A sei giorni dalle prime somministrazioni l’Istituto superiore di sanità ha diffuso un manifesto informativo per le vaccinazioni pediatriche il cui inizio in Italia è previsto il 16 dicembre. Ci sono informazioni, consigli e anche l’indicazioni di alcune fake news.
“Non è raccomandato dare farmaci antidolorifici prima della vaccinazione per cercare di prevenire eventuali effetti collaterali” per esempio dicono gli esperti del’Iss. Al genitore viene raccomandato di parlare “con il bambino prima della vaccinazione per spiegargli bene cosa sta per fare; riporta al medico vaccinatore eventuali episodi di allergie avuti dal bambino. Per prevenire traumi dovuti a un eventuale svenimento durante la vaccinazione il bambino deve stare seduto o sdraiato”. E dopo il vaccino? “Dopo la vaccinazione verrà chiesto di attendere 15-30 minuti sotto osservazione prima di lasciare il centro vaccinale per monitorare l’eventuale comparsa di reazioni allergiche e, nel caso, poter intervenire tempestivamente”, spiega l’Iss. Quali i principali effetti collaterali? “Nel braccio dove è stata fatta l’iniezione potrebbero verificarsi dolore, rossore e gonfiore. Potrebbero inoltre manifestarsi sintomi quali stanchezza, mal di testa, dolori muscolari, brividi, febbre e nausea. Tali sintomi sono generalmente di lieve entità e si risolvono nel giro di 1-2 giorni”.
Gli esperti dell’Iss ricordano che “il sistema immunitario dei bambini è ‘programmato’ per reagire a possibili pericoli già dalla nascita. Il vaccino anti Covid, così come gli altri, ‘insegna’ al sistema immunitario a riconoscere l’agente infettivo prima dell’effettiva esposizione, contribuendo così a rafforzarlo”. L’Iss risponde anche all’affermazione secondo la quale ‘i vaccini agevolano processi infiammatori che provocano cambiamenti nel sangue dei più piccoli’. Falsa perché “non ci sono studi che hanno dimostrato una correlazione tra il vaccino e questo tipo di problemi“. Infondata anche l’idea che “il numero di bambini che hanno partecipato al programma di sviluppo clinico dei vaccini è troppo piccolo per rilevare potenziali rischi di miocardite associata a vaccinazione”.
L’Iss ricorda, infatti, che “nei soggetti giovani (adolescenti e giovani adulti) è stato riportato un rischio aumentato di miocardite e pericardite, che rimane però estremamente basso, intorno ai 50 casi per milione dopo due dosi. Nella maggior parte dei casi, inoltre, tali manifestazioni hanno avuto un decorso assolutamente benigno. In generale nei bambini più piccoli si osserva un minore rischio di sviluppare queste patologie, e non sono stati segnalati casi durante i test clinici”. “Le informazioni di sicurezza oggi disponibili riguardano non solo i 3000 bambini che hanno ricevuto il vaccino nell’ambito della sperimentazione clinica, ma comprendono anche i primi dati raccolti negli oltre 3 milioni di bambini di 5-11 anni già vaccinati negli Stati Uniti. La sicurezza del vaccino sarà comunque mantenuta sotto costante e stretto monitoraggio da parte di tutte le agenzie del mondo”.
Vaccinare i bambini 5-11 anni è inutile? Falso perché “anche se in misura minore rispetto all’adulto, nell’età infantile l’infezione da Sars Cov 2 può comportare dei rischi per la salute”. E anche perché “nel beneficio di una vaccinazione si deve inoltre considerare non soltanto la protezione dalla malattia, ma anche la possibilità di frequentare con una maggiore sicurezza la scuola e condurre una vita sociale connotata da elementi ricreativi ed educativi che sono particolarmente importanti per lo sviluppo psichico e della personalità in questa fascia di età”.
I numeri confermano che è totalmente infondata l’affermazione che i bambini non si ammalino. “Dall’inizio dell’epidemia nella fascia 6-11 anni – si legge sul sito dell’Iss – ci sono stati oltre 263mila casi, 1453 ricoveri in reparti ordinari, 36 ricoveri in terapia intensiva e 9 decessi, dai dati al primo dicembre. Nelle ultime settimane il numero di contagi in questa fascia di età è nettamente in crescita”. A fronte di questo il vaccino “si è mostrato efficace nel ridurre di circa il 91% il rischio di infezione”. Per quanto riguarda gli effetti collaterali “come per tutti i farmaci e i vaccini anche quelli messi a punto contro il Covid presentano un rischio di effetti collaterali. La sicurezza dei vaccini anti Covid è monitorata continuamente dalle agenzie regolatorie di tutto il mondo, e anche per le fasce più giovani il rischio di eventi avversi gravi è risultato molto raro. Il rischio di eventi avversi deve essere confrontato con quello di incorrere nelle conseguenze dell’infezione, ed è su questa base che viene calcolato il rapporto rischi-benefici da parte delle agenzie regolatorie. L’Ema, l’agenzia regolatoria europea sui medicinali ha concluso che il rapporto tra benefici e rischi è positivo anche per la fascia d’età 5-11 anni”.
Anche in età infantile l’infezione da Sars-CoV-2 “può comportare dei rischi per la salute: circa 6 bambini su 1.000 vengono ricoverati in ospedale e circa 1 su 7.000 in terapia intensiva”. E anche nei casi (la grande maggioranza) nei quali l’infezione decorre in maniera quasi completamente asintomatica “non è possibile escludere la comparsa di complicazioni, come la sindrome infiammatoria multisistemica e la comparsa di effetti indesiderati a distanza di tempo (long Covid).