Il preliminare d'intesa è stato siglato al Mise durante l’ennesimo incontro tra le parti: la vicenda si era aperta lo scorso marzo, con la presentazione del piano di riorganizzazione che prevedeva oltre 400 esuberi su 560 dipendenti e la delocalizzazione in Polonia del 70% delle produzioni locali. Lo scorso giugno la proprietà si era dichiarata disponibile a sospendere il piano. Soddisfazione del presidente dell'azienda (l'ex senatore FI Francesco Casoli)
Accordo raggiunto nella vertenza Elica, la multinazionale di Fabriano (Ancona), leader mondiale nel settore delle cappe aspiranti: scongiurati i licenziamenti ed esuberi ridotti di oltre la metà. Il preliminare d’intesa è stato siglato al ministero dello Sviluppo economico durante l’ennesimo incontro tra le parti: la vicenda si era aperta lo scorso marzo, con la presentazione del piano di riorganizzazione che prevedeva oltre 400 esuberi su 560 dipendenti, la chiusura dello stabilimento di Cerreto D’Esi e la delocalizzazione in Polonia del 70% delle produzioni locali (Fabriano Cerreto e Mergo). Una decisione inaspettata per un’azienda considerata in salute e ancora “trainante” nel distretto fabrianese dell’elettrodomestico. Da lì si è aperta una trattativa in salita, con scioperi, manifestazioni e tavoli tecnici – anche locali – che hanno cercato di limare il numero degli esuberi e riportare alcune produzioni in Italia. Lo scorso giugno la proprietà si era dichiarata disponibile a sospendere il piano: giovedì la risoluzione della vertenza, che l’azienda definisce “un importante traguardo in quanto è il primo tavolo, tra gli oltre 90 ancora aperti presso il Ministero dello Sviluppo Economico, ad essersi chiuso nel 2021”.
A firmare l’intesa il presidente del gruppo Elica Francesco Casoli (già senatore di Forza Italia e Pdl dal 2008 al 2013), i rappresentanti dei sindacati di categoria Fim, Fiom e Uilm e i tecnici del Mise: il documento dovrà adesso essere approvato dalle assemblee dei lavoratori. Non ci saranno licenziamenti, gli esuberi si riducono a 150, si prevedono esodi volontari incentivati e ammortizzatori sociali. Chiuderà il sito di Cerreto, ma i suoi occupati si trasferiranno in quello di Mergo (a pochi chilometri di distanza) che gestirà le produzioni di alta gamma, destinate a tornare in Italia. “Finalmente una buona notizia per una vertenza iniziata molto male”, è il commento di Barbara Tibaldi (Fiom) e Silvia Spera (Cgil area politiche industriali. Mentre la Uilm annuncia “vigilanza” sull’applicazione dell’accordo.
Soddisfatto anche Casoli: “Oggi si conclude positivamente una delle fasi più complesse e delicate della storia di Elica. Con questo accordo si realizza un modello industriale che consentirà all’azienda di essere competitiva in un mercato, quale quello dell’elettrodomestico, sempre più internazionale dove la concorrenza è fatta da grandi player stranieri e di salvaguardare il futuro e la stabilità del gruppo. Inoltre, attraverso l’intervento di diversificazione industriale e i rapporti con altre imprese del territorio, verrà riassorbito gran parte del personale e sarà garantita la tenuta del sistema sociale territoriale. Questa è la dimostrazione che il valore delle aziende familiari dà una marcia in più anche per superare momenti come questo”. L’azienda sottolinea che il risultato è stato raggiunto “grazie a un proficuo e costruttivo confronto con le organizzazioni sindacali, attraverso lo studio di tutte le soluzioni possibili e gli strumenti disponibili di concerto con le parti sociali e gli organi istituzionali”.