La presidenza delle 25 commissioni di controllo del Bundestag tedesco è stata spartita seguendo la solita prassi, ma i partiti della coalizione di maggioranza hanno lasciato ai blu la direzione del controllo parlamentare sugli enti di sicurezza. L'ex presidente Lindholz (Csu): "Scandalo, si dà alla capra il controllo del prato". Al partito che fa propaganda contro le vaccinazioni anche il controllo della commissione Sanità
All’inizio di ogni legislatura la direzione delle 25 commissioni di controllo parlamentari del Bundestag tedesco viene ridistribuita. Le frazioni politiche hanno diritto di scelta in più turni in ordine dalla più gande alla più piccola, con precedenza al più grosso partito di opposizione. Così sia Spd che Unione Cdu/Csu si sono assicurate ciascuna la guida di sette commissioni. A Cdu/Csu è per prima andata la direzione della commissione Bilancio – che è tradizionalmente riservata alla maggiore forza di opposizione – e poi di quelle Finanze, Diritto, Economia ed Agricoltura. I socialdemocratici hanno in prima scelta optato per la guida della commissione Esteri, successivamente hanno ottenuto la direzione delle commissioni Lavoro e Sociale, Traffico e Petizioni. La prima scelta per i Verdi è stata la commissione per i rapporti con l’Europa che si coniuga con la realizzazione del pacchetto ambientale dell’Ue, successivamente Ambiente, Istruzione e Digitalizzazione. I Liberali hanno per prima opzione deciso per la guida della commissione Edilizia e poi per quelle Difesa e Diritti umani. La AfD si è così assicurata al suo turno la direzione della commissione Interni, successivamente di quelle Sanità e Collaborazione economica e sviluppo. Ai Linke solo Clima ed Energia.
Che proprio la AfD sia stata chiamata a presiedere la commissione di controllo parlamentare per gli Interni ha sollevato forti critiche. La passata direttrice della commissione Andrea Lindholz (Csu) ha dichiarato “è uno scandalo alla sicurezza politica che la coalizione semaforo abbia lasciato questo compito centrale ad un partito che è permeato da estremisti. Proprio la AfD che per metà è sottoposta al controllo del Verfassungschutz (servizi di sicurezza nazionale) dovrebbe in futuro essere a capo del controllo parlamentare sugli enti di sicurezza: si dà alla capra il controllo del prato”. Il capogruppo della Csu Alexander Dorbrindt parla di “fallimento delle altre frazioni parlamentari”, invitando a domandare perché le frazioni dei partiti di coalizione non abbiano cooptato al loro primo turno per la direzione della commissione Interni.
La politica dei Linke esperta di tematiche sulla sicurezza nazionale, Martina Renner, ha detto apertamente che “la AfD pone un rischio di sicurezza” e che si deve impedire che ottenga la direzione della commissione. Ma non si vede come, ormai a spartizione degli incarichi avvenuta. Critiche giungono anche dal sindacato della Polizia, per il capo federale Oliver Malcohw: “Non è comprensibile come potrebbe dare forma ai temi di sicurezza nazionale un partito che nelle cui fila spesso non solo è tollerato, ma talvolta persino promosso, un frasario che riecheggia quello nazionalsocialista di odio ed istigazione contro le minoranze, gli stranieri, e chi la pensa diversamente”, riporta la Ard. Non si sa ancora chi la AfD indicherà a capo della commissione Interni, ma si fa il nome del berlinese Gottfried Curio che nella scorsa legislatura ha provocato più volte reazioni stizzite di molti parlamentari delle altre frazioni per le proprie affermazioni durante le sessioni dei lavori parlamentari.
Non fosse solo questo. Mentre la Germania affronta la quarta ondata della pandemia, alla AfD che fa apertamente propaganda contraria alle vaccinazioni contro il Covid-19 è andata anche la direzione della commissione di controllo parlamentare sulla Sanità. Nella stessa sessione costitutiva del Bundestag 22 deputati blu su 82 avevano rifiutato di sedere nell’aula, scegliendo piuttosto di stare in un palco per non accettare la regola 3G (dare prova di essere vaccinati, guariti o avere un test negativo). La capogruppo Alice Weidel mercoledì in un’intervista all’emittente Phoenix ha affermato che la maggioranza dei pazienti nelle terapie intensive per Covid-19 sono vaccinati, mentre l’intervistatore le ripeteva che semmai è il contrario. Weidel ha anche dichiarato che si ricava dai dati dell’Ufficio nazionale di statistica, il quale invece ha apertamente smentito via Twitter di rilevare lo status vaccinale dei ricoverati. Per contro sia i dati del Robert Koch Institut, che quelli delle cliniche Helios per il loro gruppo, dimostrano che i pazienti più gravi di Covid-19 sono in maggioranza non vaccinati.
Anzi non solo i ricoveri, anche i decessi sono maggiori tra i non vaccinati. Lo si ricava di riflesso da una tabella del RKI che raccoglie i casi in cui il virus fa breccia alla vaccinazione, sottraendo dai decessi totali nel periodo di riferimento, computato nell’ultimo rapporto dal primo al 28 novembre, il numero di coloro che erano completamente vaccinati (con una dose Johnson & Johnson, o due di vaccini m-RNA negli ultimi sei mesi) in tre gruppi di età over 60, fascia da 18 a 59 anni e quella da 12 a 17 anni. È registrato solo un decesso nel gruppo dei più giovani, ma nella fascia successiva ce ne sono stati 88, 16 dei quali, pari al 18,2%, vaccinati. I non vaccinati erano perciò l’81,08%. Se si passa ai più anziani dove la fascia di immunizzati è più alta, è maggiore anche la percentuale di brecce. Su 1.352 morti se ne contavano 649 vaccinati, pari al 48%. Ciò non toglie che il 52% non lo fosse del tutto, o ancora completamente (nessuna dose, una dose m-RNA, due dosi od una di Johnson & Johnson meno di 14 giorni prima), o non avesse ricevuto in tempo una terza dose. La tendenza è confermata guardando i ricoverati in terapia intensiva nello stesso periodo: 4 tra i più giovani non hanno rilievo percentuale, ma salgono a 598 nella seconda fascia di età con 94 completamente vaccinati pari al 15,7%, quindi non vaccinati l’84,3%. Tra 1.119 più anziani si registravano 498 casi di brecce alla protezione pari al 44,5% e dunque il 45,5% non era vaccinato, o non più efficacemente per il decorso di sei mesi dalla seconda dose.
Due tra i Länder più colpiti dalla pandemia, la Sassonia e la Turingia, sono roccaforti della AfD dove alle elezioni di settembre è stata incoronata il primo partito (pari merito con la Spd in Sassonia, primo assoluto in Turingia). Nel terzo Land più colpito, la Sassonia-Anhalt, i blu sono comunque la terza forza politica con un risultato sopra il 20%. Le incidenze settimanali di nuovi casi di Covid-19 più alte in assoluto in tutta la Germania mercoledì sono state registrate a Meiβen in Sassonia (2.897,6) e a Hildburghausen in Turingia (2.011).