“Io mi domando cosa deve fare un sindacato che rappresenta i lavoratori e i pensionati se non fare uno sciopero generale, visto che la situazione è grave proprio come lo era quando ci fu l’ultimo sciopero generale, e cioè nel 2014 contro il Jobs Act di Matteo Renzi“. È il commento pronunciato nella trasmissione “Otto e mezzo” (La7) dal direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, in merito allo sciopero generale indetto da Cgil e Uil il 16 dicembre contro la manovra del governo Draghi.
“Questo sciopero contesta il metodo Draghi – spiega Travaglio – Persino i ministri sono chiamati a timbrare provvedimenti che non hanno neanche avuto il tempo di leggere. Ma vale soprattutto per i sindacati, che si sono visti prendere a pesci in faccia più volte: dallo sblocco dei licenziamenti al ritorno della legge Fornero, che non è una cosa da niente per i sindacati, visto che rappresentano molti pensionati. C’è anche la riforma fiscale, considerata iniqua non solo da Landini e da Bombardieri, ma anche da una personalità come Fabrizio Barca, che è stato ministro del governo Monti e non è esattamente un brigatista rosso”.
E chiosa: “L’altro giorno, Barca al Fatto Quotidiano ha parlato di iniquità che aumenta le disuguaglianze, perché i maggiori benefici vanno ai redditi dai 40mila ai 55mila euro all’anno, mentre il 70% della platea dei contribuenti è sotto i 28mila euro. Non solo: il lavoro aumenta solo in forma precaria e questa manovra non fa assolutamente nulla, perché non mette nemmeno un euro per combattere questa tendenza. La famosa legge sulle delocalizzazioni selvagge, più volte annunciata, non è nemmeno all’orizzonte. In più, persino l’Ue ci sorpassa sul salario minimo e sulle assunzioni dei rider“.