Il Comitato olimpico internazionale più volte aveva avvertito le federazioni di pugilato e pesistica di dare un taglio netto col passato, pieno di corruzione e utilizzo di sostanze dopanti. Senza risposte adeguate, dalle parole si è passati ai fatti
Fuori pugilato dentro lo skateboard. Che è come dire addio a Muhammad Ali, Frazier, Foreman, Klitschko, Joshua (la lista degli olimpionici che hanno fatto la storia di questo sport è lunga) per fare spazio alle piroette di adolescenti americani o giapponesi. E poi ancora: niente più sollevamento pesi e pentathlon moderno, al loro posto ci saranno surf e arrampicata. Le Olimpiadi cambiano: con una decisione epocale, il Cio ha annunciato il programma dei Giochi di Los Angeles 2028. Dal 2020 il Paese ospitante ha la possibilità di scegliere cinque “discipline aggiuntive”, infatti a Tokyo erano presenti baseball, karate, skateboard, surf e arrampicata, a Parigi 2024 ci sarà pure la breakdance. Adesso però sta succedendo qualcosa di diverso: le ultime tre nuove arrivate entrano nel programma ufficiale, vengono promosse al rango di sport olimpici a tutti gli effetti (con un’importante ricaduta anche economica, visto che le rispettive Federazioni parteciperanno alla suddivisione dei ricavi). A farne le spese, però, sono tre discipline secolari, che tra l’altro hanno regalato spesso grandi soddisfazioni all’Italia (per il nostro medagliere questa svolta è una sciagura).
Boxe, sollevamento pesi e pentathlon vengono escluse per motivi diversi. Nei primi due casi, pagano gli scandali che da anni sconvolgono le Federazioni internazionali: il presidente Thomas Bach non a caso le ha definite come “bambini problematici”. L’Aiba (International Boxing Association) è da tempo nel mirino del Cio, che a Tokyo l’aveva privata dell’organizzazione dei tornei , dopo la corruzione dei verdetti a Rio 2016 e la sospensione di diversi giudici; senza dimenticare il ruolo del controverso Gafur Rakhimov, magnate uzbeko ex presidente della Federazione, su cui pendono dagli Usa accuse di traffico di eroina. Per il sollevamento pesi, invece, la colpa è soprattutto dei ripetuti casi di doping, che per un intero decennio sarebbero stati coperti dai vertici mondiali. Le Federazioni avevano già ricevuto diversi avvertimenti, alla fine il Cio si è stufato e le ha buttate fuori. La decisione non è definitiva, ma adesso il piano si è ribaltato: se prima era il Cio a minacciare, adesso dovranno essere loro a dimostrare entro il 2023 di aver risolto i vari problemi a livello etico e finanziario, per sperare di essere presenti a Los Angeles (Parigi 2024 non è in discussione). E persino il calcio sta rischiando, se la Fifa di Gianni Infantino davvero varerà il mondiale biennale, contro cui si è già schierato anche il Cio.
Il problema però non può essere solo la trasparenza o la politica, e lo dimostra il caso del pentathlon. Il brutto episodio di violenza su un cavallo da parte di un atleta tedesco a Tokyo è solo il pretesto. Presente ai Giochi dal lontano 1912, rischia di uscirne soprattutto perché una delle cinque discipline che compongono questo sport multi-evento, l’equitazione (che si aggiunge a tiro a segno, scherma, nuoto e corsa campestre), viene considerato poco sostenibile e televisivo dall’organizzazione dei Giochi. Ora i vertici vorrebbero sostituirla con il ciclismo, ma questo ha scatenato la reazione di atleti e appassionati, per cui con la bici al posto del cavallo non sarebbe più pentathlon.
Il punto non è cosa ne sarà del pentathlon, se boxe e pesi riusciranno ad arrivare a Los Angeles oppure no. Non soltanto almeno. La questione è dove stanno andando i Giochi olimpici, e lo sport in generale. Non è la prima volta che il Cio prende una decisione del genere, sacrificando la tradizione in nome dello spettacolo o altre valutazioni esterne: è successo ad esempio con la 50 chilometri di marcia, cancellata perché lunga e noiosa e sostituita con un improbabile evento misto. Lo sport in crisi di identità, che teme di arretrare nelle fette di mercato più giovani, insegue gli ascolti televisivi, i social e le nuove generazioni, aprendosi a discipline sempre più veloci e spettacolari ma rischia di snaturarsi: oggi sono la breakdance e lo skateboard, domani potrebbero essere gli e-sports, i videogiochi. È un discorso che abbiamo sentito molto spesso per il pallone (anche da qui nasce la follia della Superlega) e non risparmia nemmeno i cinque cerchi. Il tempo passa, cambia lo sport e cambiano pure le Olimpiadi. Fino a quando resteranno tali.