Che il Trentino non volesse la prosecuzione verso nord dell’autostrada Valdastico lo si sapeva da sempre, nonostante il tentativo della giunta leghista di Maurizio Fugatti, in accordo con la Regione Veneto di Luca Zaia, di rinverdire un progetto che non è mai decollato. Adesso si è dichiarata contraria anche la Regione Trentino Alto Adige al completo, composta dalle Province autonome di Trento e Bolzano. Il Consiglio regionale ha infatti bloccato, con un ordine del giorno, i progetti di nuove autostrade, con l’obiettivo di fermare l’avanzata del cemento nelle valli alpine. Si tratta probabilmente di un colpo definitivo alle velleità della società autostradale Brescia-Padova che puntava sui nuovi lavori da Piovene Rocchette (in provincia di Vicenza) fino a Trento per ottenere la proroga della concessione che scadrà alla fine del 2026. La bocciatura riguarda l’asse leghista che si era rinsaldato con l’elezione di Fugatti e crea scompiglio nella maggioranza in Alto Adige, dove in giunta siedono la Lega e la Sudtiroler Volkspartei che si è dichiarata contro l’opera autostradale, in difformità rispetto agli alleati di governo.

L’emendamento presentato aveva un titolo eloquente: “No alla Valdastico”. Portava la firma della verde trentina Lucia Coppola, a cui si sono aggiunti gli esponenti di Pd, Futura e Svp (Riccardo Dello Sbarba, Brigitte Foppa, Hanspetter Staffier, Paolo Zanella, Gerhard Lanz, Magdalena Arnhof, Luca Zeni e Giorgio Tonini). Questo il testo approvato, con il voto contrario della Lega: “Il Consiglio regionale del Trentino Alto Adige-Südtirol impegna la Giunta regionale a intensificare il confronto sia all’interno della Regione, sia con le autorità competenti a livello nazionale ed europeo, sulle scelte strategiche in materia di infrastrutture di transito che riguardano la nostra Regione”. Questa la premessa, seguita dall’indicazione della finalità “di ricercare possibili alternative a progetti di nuovi tratti autostradali in coerenza con gli impegni della difesa del clima, della tutela della salute della popolazione, dell’obiettivo prioritario di trasferire il traffico pesante su ferrovia lungo l’intero corridoio del Brennero e nel rispetto del Protocollo trasporti della Convenzione delle Alpi”. Quest’ultima “chiede di astenersi dalla costruzione di nuove strade di grande comunicazione per il trasporto transalpino.”

I proponenti hanno spiegato: “Anche se redatto in termini più ampi, il testo così approvato è una smentita del progetto per la Valdastico, fortemente voluto dal Veneto e che, arrivando fino a Rovereto, porterebbe sulla A22 e così in tutta la regione Trentino Südtirol un ulteriore e massiccio traffico pesante”. Viene puntato il dito, quindi, contro i progetti maturati a Venezia, dove il prolungamento verso nord della A31 è sempre stato considerato strategico e visto come un modo per prolungare la concessione della Brescia-Padova e saldare il sistema stradale – che in futuro conterà anche sulla Pedemontana Veneta – con l’Autobrennero, senza passare per Verona. Alessio Manica del Pd ha commentato: “Il Consiglio ha detto il suo no a nuove autostrade e quindi alla Valdastico. La Lega (con la maggioranza trentina) è rimasta sola a sostenere l’opera mentre i colleghi sudtirolesi hanno votato l’ordine del giorno, dato che hanno già detto no all’opera nel Consiglio provinciale. Un altro passo avanti nell’opposizione alla Valdastico”.

Il voto in Consiglio regionale è solo l’ultimo di una serie di pronunciamenti dello stesso tenore che si sono succeduti negli ultimi mesi. I Comuni contrari sono una quindicina, tra cui quelli di Trento e Rovereto. Il progetto prevedrebbe la prosecuzione da Piovene Rocchette, prima con un tratto autostradale all’aperto, poi con un lungo tunnel da far sboccare a Rovereto per collegarsi con la A22. Tutti gli enti pubblici hanno lamentato un eccesso di traffico viario, il raddoppio di emissioni di ossido di azoto e di CO2 da traffico pesante, il trasferimento delle merci sul corridoio del Brennero.

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