La giornalista, ospite di Serena Bortone, racconta dell'esperienza a Ballando con le Stelle e rivela: "Quest'anno in studio mi diverto, quando torno a casa un po' meno". Poi parla della madre malata di Alzheimer: "Chiunque vive con una persona affetta da questa malattia sa cosa vuol dire. C'è un momento del distacco. Quelle persone restano vive ma purtroppo dimenticano anche chi sei"
Ospite di Serena Bortone a Oggi è un altro giorno nella puntata di ieri 10 dicembre, Selvaggia Lucarelli si è raccontata tra pubblico e privato. La giornalista e giudice di Ballando con le Stelle ha parlato a lungo del suo ultimo libro ‘Crepacuore. Storia di una dipendenza affettiva‘ definendolo “non assolutorio”. “Io volevo scrivere qualcosa che non spostasse troppo l’attenzione sul manipolatore. Perché se tu cerchi il colpevole solo nell’altro, non ti salvi“, ha detto.
Sull’esperienza nel programma di Milly Carlucci invece ha rivelato: “Resterò finché mi diverto. Diciamo che quest’anno in diretta mi diverto, quando torno a casa meno. Ballando, alla fine, è un grande gioco”. Il riferimento è ovviamente al clima teso che si è creato con Morgan, con il quale spesso ha battibeccato. Nel libro, Lucarelli parla anche del rapporto con mamma Nadia, affetta da Alzheimer. “È un tema molto complicato. Non avevo raccontato questa parte della mia vita che però, 3-4 anni fa è uscita sui giornali, quando mia mamma si è smarrita”, ha esordito.
Poi ha raccontato: “Chiunque vive con una persona affetta da questa malattia sa cosa vuol dire. C’è un momento del distacco. Quelle persone restano vive ma purtroppo dimenticano anche chi sei“. “E cosa ti dà questo rapporto, diverso?”, ha chiesto la conduttrice. Lucarelli: “Molto dipende dal rapporto instaurato con quella persona. Non voglio essere retorica, ma nel mio caso tra noi ci sono tanti irrisolti e c’è la consapevolezza che non li risolveremo mai. Mia madre era una donna molto infelice perché ha vissuto il dolore di non essersi realizzata e ha gettato la sua rabbia verso di noi, forse non ce lo meritavamo questo rancore”.
Un’infanzia non facile quella che ha descritto Selvaggia, fatta anche di sensi di colpa “avevo paura di essere stata io a bloccarle le ambizioni”. Ma adesso che ne ha preso consapevolezza, la giornalista è riuscita a fare pace con se stessa: “È comunque stata una donna incredibile, ci ha insegnato il valore della cultura. Non voglio dire che sia stata una pessima madre, anzi. Era una secchiona incredibile. Ci ha insegnato moltissime cose, come il valore della lettura. Naturalmente alla fine io mi sono risolta per conto mio, il passato non deve essere vissuto come una zavorra, come un destino, bensì come una risorsa”.