Il 68enne originario di Pavia, che conosceva la vittima, era stato fermato il 9 dicembre dai carabinieri. A incastrarlo erano state le immagini della sua auto ripresa da una delle telecamere che da lontano punta sul parcheggio nella zona delle Saline dov’è stato ritrovato il corpo del professore. Rimane da chiarire il movente del gesto
Claudio Cesaris ha confessato di essere stato lui ad uccidere Dario Angeletti, il professore dell’Università della Tuscia e biologo marino trovato morto all’interno di un’auto in un parcheggio a Tarquinia raggiunto da un colpo d’arma da fuoco alla testa. “Sono stato io a sparare”, ha dichiarato l’uomo, con il gip che ha confermato il suo fermo.
Il 68enne originario di Pavia, che conosceva la vittima, era stato fermato il 9 dicembre dai carabinieri. A incastrarlo erano state le immagini della sua auto ripresa da una delle telecamere che da lontano punta sul parcheggio nella zona delle Saline dov’è stato ritrovato il corpo del professore. Rimane da chiarire il movente del gesto e se i due avessero un appuntamento. Per questo gli investigatori stanno analizzando anche i cellulari per risalire ai contatti nelle ore che precedono il delitto. Si indaga, ad esempio, anche sulla relazione con una donna che, secondo gli investigatori, entrambi conoscevano.
Angeletti, figlio di un medico di Tarquinia, era sposato e aveva due figli. Era molto conosciuto e stimato nella cittadina della Tuscia dove viveva e lavorava. Dal 2010 insegnava ecologia applicata e tutela dell’ambiente marino al polo universitario di Civitavecchia. Il suo lavoro si svolgeva anche nel laboratorio di ecologia e centro ittiogenico sperimentale alle Saline di Tarquinia, a poca distanza dal posto dove il suo corpo è stato trovato senza vita.