Un’analisi preliminare dei casi iniziali di Omicron segnalati al sistema di sorveglianza europeo mostra che i casi importati o relativi ai viaggi rappresentano il 13% (22), mentre il 70% (121) risultano acquisiti a livello locale, incluso un 45% (78) di casi campionati nell’ambito di indagini epidemiche locali"
Non è ancora un miglioramento rispetto a tre settimane fa – quando la situazione appariva drammatica – ma in Germania “la situazione si sta stabilizzando e il calo dei casi è reale”. Il neoministro della Salute Karl Lauterbach su Twitter ha però che “dato che i casi dei contagi rimangono ancora troppo numerosi la campagna per il richiamo vaccinale deve essere rafforzata”. Il trend è positivo ma non deve essere minacciato dalla festività natalizie, ha aggiunto il medico socialdemocratico. Secondo gli ultimi dati infatti l’incidenza settimanale è in diminuzione con 389,2 nuove infezioni settimanali su ogni 100mila abitanti e la curva di crescita si sta appiattendo. Dieci giorni fa, con Angela Merkel ancora cancelliera, erano state decise una serie di misure restrittive nei confronti dei no vax.
E mentre la Gran Bretagna teme le conseguenze del dilagare di Omicron, intanto il governo della Norvegia si appresta un inasprimento delle misure anti-Covid. “La situazione è grave, la diffusione dei contagi troppo alta, dobbiamo agire per limitare i danni”, ha detto il premier Jonas Gahr Stre all’agenzia di stampa NTB. La Norvegia sta facendo registrare in questi giorni numeri record sia per i nuovi casi che per i ricoveri. Gli aumenti sono in parte dovuti alla diffusione della variante Omicron. La Danimarca – le cui autorità sanitarie hanno sempre avuto un atteggiamento di estrema prudenza sul fronte – ha deciso anticipare la terza dose di vaccino alla luce dei crescenti contagi da Covid nel Paese e per la diffusione della variante Omicron. È stato ridotto a 4 mesi e mezzo il tempo tra la seconda e la terza dose dai sei mesi precedenti per tutti gli over 40. Con questa misura, “affronteremo l’inverno con una maggiore protezione per le persone più fragili”, ha sottolineato il direttore dell’Agenzia per la salute, Soren Brostrom.
Intanto il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) segnala che dopo i casi iniziali di variante Omicron collegati a viaggi “viene segnalato che un numero crescente di infezioni è stato acquisito all’interno dell’Ue/Spazio economico europeo, anche come” contagi facenti parte di “cluster e focolai, e con casi rilevati pure in campioni rappresentativi raccolti nell’ambito di sistemi di sorveglianza di routine. Un’analisi preliminare dei casi iniziali di Omicron segnalati al sistema di sorveglianza europeo Tessy mostra che i casi importati o relativi ai viaggi rappresentano il 13% (22), mentre il 70% (121) risultano acquisiti a livello locale, incluso un 45% (78) di casi campionati nell’ambito di indagini epidemiche locali”.
I Paesi europei che segnalano casi senza una storia di viaggio recente o di contatto diretto con viaggiatori al di fuori dell’Ue/See includono Belgio, Danimarca, Finlandia, Spagna e Islanda. “Ciò indica che una trasmissione comunitaria non rilevata potrebbe essere in corso nell’Ue/See”, osserva l’Ecdc. A proposito dei vaccini, l’ente europeo cita i risultati di uno studio sull’efficacia condotto nel Regno Unito e pubblicato in versione pre-print (non ancora sottoposto dunque a revisione fra pari). Lo studio, spiega l’Ecdc, “mostra una riduzione dell’efficacia del vaccino contro l’infezione da Omicron, rispetto a Delta, in persone immunizzate con due dosi. Tuttavia, in chi ha ricevuto una dose aggiuntiva di vaccino anti-Covid l’efficacia contro Omicron era simile a quella osservata contro l’infezione da variante Delta. Lo studio non ha valutato l’efficacia del vaccino contro gli esiti gravi di Covid“.