“Quest’anno ho lavorato per la rinascita. Magari piango la sera in camera, ma di giorno combatto. Sono per la libertà, ma ai no vax dico: “Non vi vaccinate? Bene, state chiusi in casa, ma non venitemi a dire che non esiste il virus perché vi rompo la testa”. È una Iva Zanicchi molto determinata quella che si è raccontata a cuore aperto in un’intervista al Corriere della Sera. La cantante 81enne è la donna che detiene il record di vittorie al Festival di Sanremo (3) e nel 2022 tornerà sul palco dell’Ariston probabilmente per l’ultima volta come concorrente in gara. Ma Sanremo è per lei un appuntamento magico anche perché è lì che ha conosciuto l’amore: “Quello che è rimasto nel mio cuore è il primo nel ’65: lì ho conosciuto Antonio Ansoldi, figlio del mio discografico. Mi era simpatico, ci siamo frequentati un po’, avevo 26 anni. Poi però gli dissi che dovevo pensarci e che non volevo legarmi. Torno a Ligonchio, perché vivevo ancora con la mia mamma e arrivata non mi sento bene. Vomito. Mia mamma mi guarda e mi dice: ‘Cos’hai fatto con Tonino?’. Eh sì ero incinta. A 26 anni per la prima volta avevo fatto l’amore..“, ha raccontato Iva Zanicchi.
Quindi la consapevolezza: “Alla mia età è senz’altro l’ultimo come concorrente. Vuoi mettere star lì in mezzo ai ragazzi, che sono come nipotini per me, a fare la gara? Sono una vera matta. Per fortuna ci sono anche Ranieri e Morandi che alzano la media. Poi magari potrei andarci ancora una volta come ospite, ma è un’altra cosa. Oppure facciamo un trio: io, Berti e Vanoni, e andiamo con l’ossigeno. Con Orietta Berti e Caterina Caselli siamo amiche. Ornella è piacevolissima, ma altalenante: un giorno ti butta le braccia al collo, l’altro giorno ti dice ‘ma chi sei’. Se vado per vincere? Sinceramente no, vado con determinazione, ma con leggerezza. Voglio presentare una bella canzone con la voce che avevo 50 anni fa”.
Il suo 2020 è stato segnato dal Covid che le ha portato via il fratello e l’olfatto ma per fortuna non ha intaccato le sue doti canore: “Sì, non ho più riacquistato l’olfatto: non sento l’odore del brodo della domenica, del caffè la mattina. Però grazie a Dio continuo a cantare, respiro bene. Un dolore straziante, lo adoravo come un figlio. Mio fratello era un poeta, lui teneva insieme tutta la famiglia. Pensare che l’ho sentito al telefono e mi ha detto: ‘I medici dicono che tra due giorni vengo a casa’. Dopo tre giorni è arrivato a casa, ma nella cassa. E ci hanno proibito di aprirla per l’ultimo bacio. Sono ancora incazzata nera con tutti”.