Quasi due ore di incontro a Palazzo Chigi tra Giuseppe Conte e Mario Draghi. “Abbiamo parlato della manovra, abbiamo ribadito le priorità del Movimento 5 Stelle, quindi l’importanza di estendere il Superbonus per il 2022: deve saltare la soglia Isee che è troppo bassa e ci stiamo lavorando”, ha spiegato il leader dei 5 stelle alla fine del faccia a faccia col presidente del consiglio. “Quali sentimenti provo nel tornare a Palazzo Chigi? Massima serenità, è una bella giornata, guardate che sole”, ha scherzato Conte con i cronisti, spiegando di aver inserito tre le richieste avanzate al capo del governo anche un ulteriore esonero per la Tosap, la tassa di occupazione del suolo pubblico per i tavolini all’aperto: “I ristoratori e i bar hanno bisogno di continuare a lavorare, quelle agevolazioni vanno prorogate”.
Ma al centro dell’incontro c’era pure il caro bollette. “Continueremo a lavorare anche sul rincaro, in parte compensato dalle misure già stanziate”, ha spiegato Conte ai cronisti, aggiungendo che sul tema bisogna fare di più “non solo per le famiglie ma anche per le imprese che sono in forte difficoltà con questi costi aggiuntivi”. “In prospettiva” va recuperato “l’extragettito delle aste di emissioni di CO2 per compensare questi ricavi” oltre a “rivedere per quanto possibile gli oneri generali di sistema” per “bollette più trasparenti”. Con l’uomo che ha preso il suo posto a Palazzo Chigi l’ex premier ha parlato anche di scuola: “Ho rappresentato l’importanza di erogare aiuti per le famiglie che hanno figli a casa, in dad. Anche smartworking più flessibile in questi casi”.
Più delicata la questione sullo stato di emergenza. Draghi, infatti, sta ragionando sull’opportunità di non rinnovare quello strumento giuridico che già nella sua definizione è il simbolo di una condizione straordinaria. E’ proprio la situazione emergenziale, infatti, che congela ogni equilibrio politico, sbarrando la strada per il Colle all’ex presidente della Bce. Ecco perché la proroga dello stato di emergenza influenza la corsa al Quirinale. “Abbiamo parlato anche dello stato di emergenza: ho rappresentato che il Movimento 5 stelle si rimette sempre, come ha sempre fatto, alla valutazione degli esperti e del Cts ma è chiaro che rispetto alla curva epidemiologica e a una variante che appare molto contagiosa ci sembra necessario pervenire a una proroga“, ha detto Conte dopo aver incontrato il premier. A favore della proroga si è già schierato anche Enrico Letta, mentre i leghisti hanno più volte spiegato di essere contrari. A questo proposito hanno chiesto a Conte se per caso Matteo Salvini si fosse già fatto sentire. Il leader del Carroccio, infatti, ha annunciato l’intenzione di telefonare a tutti gli altri capi partito per iniziare a discutere della corsa al Quirinale: “Salvini? Ancora non mi ha chiamato ma io stesso ho auspicato un confronto con i leader quando sarà il momento. Adesso approviamo la manovra”. E sempre discutendo del capo della Lega, Conte ha replicato ai continui attacchi al reddito di cittadinanza: nei giorni scorsi il capo del Carroccio aveva addirittura proposto di usare i fondi del reddito per mitigare il caro bollette: “Non si può operare una redistribuzione e quindi una politica sociale intervenendo per togliere ai poveri più poveri per redistribuirlo alle fasce medie o alle imprese. Non ha proprio senso, non ha nessuna logica politica ed economica questa prospettiva”, è stata la risposta di Conte.
Sempre sul Quirinale, il leader dei 5 stelle ha spiegato che inizierà ora il confronto con i gruppi parlamentari, “però ho anche detto che i gruppi sono impegnati, al Senato in particolare, per la legge di bilancio. Ma è certo che avremo un confronto interno costante e continuo e quindi, com’è giusto che sia, dobbiamo pervenire a un risultato che sia quanto più ampiamente condiviso, per quanto riguarda sia il M5S che gli altri gruppi”. E a proposito di cronaca parlamentare, Conte si è espresso sul fine vita, in discussione alla Camera: “La nostra linea – ha detto il leader del M5s – è perché venga approvato un testo equilibrato e mi sembra che quello uscito dalla Commissione lo sia. Dobbiamo garantire come Stato cure palliative a tutti ma nello stesso tempo, quando ci sono situazioni limite, estreme, credo prevalga il principio di autodeterminazione. Mi auguro che in Aula ci sia una discussione aperta, concreta, senza pregiudizi ideologici”.