Vorrebbe usare il seme congelato del marito defunto per poter avere il figlio che tanto avevano desiderato, ma alcuni cavilli burocratici non glielo permetterebbero. Siamo a Brackley, in Inghilterra. Qui – stando a quanto riportato dal Times – Jade Payne, 35 anni, ha chiesto la fecondazione assistita con il seme del marito Daniel, stroncato nel dicembre 2019 da un cancro.
L’uomo aveva scoperto di avere un tumore ai testicoli già diversi anni fa, per questo motivo aveva deciso di donare il proprio sperma e di farlo congelare in vista di una futura inseminazione artificiale. Poi il tumore si è espanso, colpendolo al cervello, e quindi la morte. Adesso che la donna è pronta, la clinica Tfp Oxford Fertility non vuole saperne. Il motivo? La mancanza di una firma per cui non sarebbero provate le volontà dell’uomo che, di fatto, impediscono che si proceda alla fecondazione della vedova. Dopo 10 anni d’amore, adesso la donna dovrà combattere una battaglia legale non indifferente, tanto che dalla clinica le hanno riferito che dovrà non solo cercare delle prove che attestino che il desiderio fosse espressamente di entrambi ma anche portare la causa fino alla Corte suprema.
“È qualcosa che volevamo tutti e due – ha dichiarato -. Lo stavamo pianificando insieme ma poi è morto prima che ne avessimo l’opportunità”. E ancora ha spiegato: “Avevamo scelto i nomi per il bambino, parlato di come volevamo la cameretta, quale passeggino comprare, sapevamo perfettamente cosa volevamo”. “Capisco le questioni legali, ma in tutti gli altri fogli le firme ci sono. Il buon senso potrebbe prevalere?”, si è domandata amareggiata.