La maggioranza richiesta per l’elezione erano 61 voti. I votanti sono stati 118 su 121 aventi diritto. Le operazioni di voto riprenderanno mercoledì 15 dicembre alle 14
Fumata nera sulla elezione del nuovo giudice costituzionale da parte dei magistrati del Consiglio di Stato. Nessuno dei concorrenti ha superato il quorum necessario e si va al ballottaggio tra i due più votati: il presidente del Consiglio di Stato Filippo Patroni Griffi (50 voti) e il presidente della Sesta Sezione di Palazzo Spada Luigi Maruotti (38 voti). La maggioranza richiesta per l’elezione erano 61 voti. I votanti sono stati 118 su 121 aventi diritto. Le operazioni di voto riprenderanno mercoledì 15 dicembre alle 14.
Il voto serve per sostituire Giancarlo Coraggio, il presidente della Consulta che a fine gennaio lascerà la Corte costituzionale per scadenza del mandato di nove anni. Le urne si erano aperte in mattinata e oltre ai due candidati più votati era in corsa anche il consigliere di Stato Oberdan Forlenza, componente della IV Sezione giurisdizionale e membro del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa.
Patroni Griffi era stato indagato nei mesi scorsi dalla procura di Roma con l’accusa di aver indotto l’ex avvocato esterno di Eni Piero Amara (al centro di una serie di indagini, ndr) a non licenziare una sua amica assunta su pressione di Fabrizio Centofanti, il lobbista-amico di Luca Palamara. Patroni Griffi è stato archiviato su richiesta della stessa procura e su disposizione del gip: per sé non aveva chiesto alcuna pratica a tutela da parte dell’organo di autogoverno che presiede.
Per quanto riguarda invece la successione di Coraggio al vertice della Consulta, stavolta- se si seguirà, come tutto lascia pensare, il criterio dell’anzianità- la presidenza dovrebbe andare a Giuliano Amato, attualmente vicepresidente della Corte costituzionale e che è stato due volte presidente del Consiglio (dal 1992 al 1993 e dal 2000 al 2001) e ministro del Tesoro ai tempi della Prima Repubblica. Il suo nome circola anche nel “toto-Quirinale” in vista della fine del mandato del presidente Mattarella.