Almeno una decina di indagati in diverse inchieste, una delle quali per terrorismo internazionale. La Digos punta i fari sul presunto coinvolgimento di Forza Nuova nelle manifestazioni di piazza dell’ultimo anno contro le misure anti-Covid: tutto ruota intorno all’indagine-madre della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Bari, che accusa i leader della sigla neofascista, Roberto Fiore e Giuliano Castellino, di “addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale” (articolo 270-quinquies del codice penale). Un’ipotesi di reato poco applicata, ma non inedita: nel novembre scorso lo stesso reato fu contestato a quattro esponenti pugliesi di Forza Nuova, perquisiti perché ritenuti tra gli organizzatori della manifestazione no-pass a Roma del 9 ottobre scorso, culminata nell’assalto alla sede della Cgil. Sul presunto supporto economico dato per organizzare queste attività eversive è al lavoro la Guardia di Finanza.
Stando alle indagini, Fiore e Castellino hanno progettato un piano per dar vita a un nuovo organismo di matrice politico-eversiva “che comprende ma non si esaurisce in Forza Nuova”, in cui si uniscono “un movimento storicamente organizzato e politicamente attivo, in grado di avere strutture, personale e risorse finanziarie” (appunto Fn), e aggregazioni “politicamente molto meno o per niente orientate, come la galassia no vax, interessata però allo stesso piano di natura eversiva nei confronti dello Stato”. Le indagini della Digos di Bari sono state avviate nell’autunno del 2020, quando è esploso il malcontenento di alcune categorie economiche piegate dal lockdown. Secondo gli investigatori, è in quel momento che Forza Nuova si infiltra tra i manifestanti, fomenta la rabbia e diventa regista delle proteste di piazza: dal blocco dei tir alle manifestazioni dei ristoratori, culminate a Bari anche con il lancio di bombe carta davanti alle vetrine dei negozi della centralissima via Sparano.
Dalle intercettazioni telefoniche e delle chat e dai profili social di alcuni degli indagati, i pm baresi sono riusciti a stabilire che dietro ogni protesta c’era una regia nazionale e che i pugliesi indagati erano a Roma in occasione dell’assalto alla Cgil. Dopo i primi riscontri, il procuratore di Bari Roberto Rossi ha inviato gli atti alla Direzione nazionale antimafia (Dna), che ha attivato un coordinamento con altre cinque Procure che indagavano sulle proteste avvenute in altre città italiane. L’ipotesi che i vertici di Forza Nuova abbiano dato vita ad un’associazione con finalità di terrorismo è stata avanzata per la prima volta a Bari, ma è probabile che altri uffici inquirenti stiano seguendo la stessa ipotesi. “Nessuna attività, nè azione, nessuna piazza fino a quando non sarà riconosciuta la nostra innocenza. Non intendiamo far criminalizzare la protesta del 9 ottobre nella quale, in relazione ai fatti della Cgil, hanno operato agenti provocatori e infiltrati”, dice all’Adnkronos, Roberto Fiore, in carcere a Poggioreale insieme a Giuliano Castellino e all’ex Nar Luigi Aronica per l’assalto alla sede del sindacato.