Sono già due le persone senza fissa dimora morte a Roma a causa del freddo dall’inizio dell’anno. In una città che già prima della pandemia contava circa 8mila senzatetto, gran parte dell’accoglienza è affidata al terzo settore e all’associazionismo. La nuova assessora alle Politiche sociali, Barbara Funari, ha promesso percorsi rivolti alla presa in carico totale degli emarginati, dall’assistenza sociale al reinserimento lavorativo. Tuttavia ora il Campidoglio, i cui servizi sociali in tutto contano 420 posti letto già in campo e altri 300 in arrivo entro la fine dell’inverno, deve correre contro il tempo.
Le temperature si stanno facendo sempre più gelide, l’assessora Funari già ha promesso tensostrutture in giro per la città nei giorni più freddi, nel tentativo di scongiurare l’apertura notturna delle stazioni: una soluzione che l’assessora ritiene “non dignitosa” e che sarebbe percorsa solo in “extrema ratio“.
Così, per sopperire le carenze del piano freddo, è sceso in campo anche l’assessorato al Patrimonio e alle Politiche abitative. A quanto apprende ilfattoquotidiano.it il Campidoglio ha individuato oltre 600 metri quadri di spazi inutilizzati, in diverse strutture di Roma Capitale, per un totale di circa 60 nuovi posti letto. In tempi rapidi verranno create in questi immobili delle case di ospitalità notturna la cui gestione sarà affidata ai Municipi. L’obiettivo è offrire un riparo notturno, ma soprattutto nelle ore più gelide, ai senzatetto.
Le strutture individuate si trovano in quattro diversi Municipi della città in modo da garantire una distribuzione ampia e diffusa. Interpellato sull’iniziativa, l’assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative, Tobia Zevi, spiega: “Il patrimonio immobiliare di Roma torna a disposizione dei cittadini, a partire dalle sue componenti più fragili. Il piano freddo è uno strumento utile a intercettare uno dei bisogni primari della città: garantire un posto letto durante l’inverno ai senza fissa dimora”. E saranno loro infatti che, conclude Zevi, “potranno accedere per avere un luogo sicuro e avviare un percorso di inclusione nel tessuto sociale della città”.