Israele ha prorogato fino alla mezzanotte del 29 dicembre il divieto di ingresso nel Paese per gli stranieri. Punta così a contenere Omicron: ha anche confermato Gran Bretagna e Danimarca ‘paesi rossi’ e su indicazione del ministero della Sanità ha aggiunto Francia, Spagna, Irlanda, Norvegia, Finlandia, Svezia ed Emirati Arabi. Secondo i media locali è possibile che i prossimi della lista saranno gli Stati Uniti. Le regole attuali stabiliscono che gli israeliani di ritorno da questi Paesi – anche vaccinati – c’è l’obbligo di tampone molecolare prima della partenza e all’arrivo, oltre alla quarantena di 7 giorni.
Intanto un portavoce delle chiese cristiane in Terra Santa ha accusato Tel Aviv di discriminare i turisti cristiani durante le festività natalizie. Il mese scorso Israele ha infatti chiuso i suoi confini ai turisti stranieri per rispondere alla diffusione di Omicron ma, nel corso di questa settimana, i funzionari hanno deciso di fare un’eccezione per ‘Birthright’, un programma che offre viaggi gratuiti in Israele a giovani ebrei di tutto il mondo. I gruppi dagli Stati Uniti dovrebbero arrivare la prossima settimana, con i partecipanti tutti completamente vaccinati. Per ora, le restrizioni rimangono in vigore per altri turisti stranieri, compresi i pellegrini cristiani che tradizionalmente si sono riversati in luoghi come Gerusalemme, Nazareth e Betlemme, la città biblica venerata dai cristiani come luogo di nascita di Gesù.
Wadie Abunassar, portavoce e consigliere delle chiese in Terra Santa, ha commentato che varie confessioni sono state sconvolte dal trattamento selettivo e ha accusato Israele di discriminare i pellegrini cristiani. “La discriminazione razzista non dovrebbe mai essere accettata in alcun modo!”, ha scritto su Facebook. “Esorto le autorità israeliane a trattare allo stesso modo tutti coloro che desiderano visitare il Paese senza alcuna discriminazione di religione“. Un funzionario della Chiesa cattolica ha affermato che lui e i colleghi sono rimasti scioccati e arrabbiati per la decisione israeliana e ha sottolineato che la chiesa ha fatto appello al ministero del Turismo israeliano per consentire ai pellegrini cristiani di arrivare per le vacanze. Il ministero dell’Interno israeliano, che sovrintende alle politiche di ingresso ai confini del paese, ha affermato che rimane la politica di non consentire l’ingresso di stranieri in Israele. Ma ha detto che sono state fatte una serie di eccezioni, inclusa una decisione “specifica” per il programma Birthright. Ha aggiunto che i funzionari discuteranno la possibilità di altre eccezioni nel prossimo futuro, ma non ha fornito ulteriori dettagli. Israele ha risposto commentando che “respinge e condanna le accuse di discriminazione religiosa in merito alla concessione dei permessi di ingresso nel Paese”. Lo ha fatto sapere il portavoce del ministero degli esteri israeliano Lior Hayat ha risposto alle denunce odierne delle Chiese cristiane e le ha definite “oltraggiose, false e pericolose”.