Solo vaccinati e guariti possono partecipare ai grandi eventi con il super Green pass, ma a breve potrebbero avere bisogno di esibire anche un tampone negativo. È “un’ipotesi da considerare se la situazione epidemiologica dovesse peggiorare”, ha spiegato il coordinatore del Cts e presidente del Css, Franco Locatelli, parlando a SkyTg24. Il governo valuta la possibilità di nuovi interventi restrittivi per fermare la crescita dei contagi e la diffusione della variante Omicron. “Va tutelato il vantaggio che è stato accumulato dal nostro Paese e soprattutto vanno protette le vite degli italiani”, ha ribadito lo stesso Locatelli. Ecco la ragione dell’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza che ha introdotto l’obbligo del tampone anche per i vaccinati che dai paesi dell’Ue vengono in Italia. Ma non vanno esclusi anche altri interventi, a partire dall’obbligo di mascherina all’aperto, già ventilato nell’ultimo Consiglio dei ministri.

Il governo rischia di attendere troppo e ritrovarsi a breve nella stessa situazione di altri Paesi europei, dove i casi sono schizzati oltre i 50mila al giorno. Intanto, sei Regioni e 12 milioni di italiani passeranno il Natale in zona gialla e oggi si registra il nuovo record della quarta ondata con 26mila casi in un giorno. Per questo l’esecutivo non esclude ulteriori misure se la situazione dovesse peggiorare, a partire appunto dalla possibilità di introdurre l’obbligatorietà del tampone per i vaccinati che vogliono andare a vedere le partite in stadi e palazzetti, entrare in discoteca o assistere ad un concerto.

“Ci aspettiamo un aumento dei casi Omicron, ce lo dice il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) e ce lo dicono le esperienze che arrivano da altri paesi – sottolinea il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro – Siamo ancora nella battaglia e anche se abbiamo una condizione di crescita più controllata è pur sempre una crescita“. Il report settimanale di Gimbe certifica inoltre che da ormai due mesi la corsa del virus non accenna a rallentare tanto da portare “verso una pericolosa congestione degli ospedali”. I numeri in crescita trovano comunque conferma nel passaggio in zona gialla da lunedì di Liguria, Marche, Veneto e della provincia di Trento – salvo variazioni all’ultimo dovute però ad un aumento di posti nei reparti da parte delle Regioni e non ad un miglioramento dei dati – che si andranno ad aggiungere a Friuli Venezia Giulia, Calabria e provincia di Bolzano.

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