Si sblocca ed è destinata a registrare numeri senza precedenti negli ultimi anni l’immigrazione da lavoro in Italia. Secondo quanto scrive il Corriere della Sera, infatti, è attesa in questi giorni la firma sul decreto della presidenza del Consiglio sui flussi per il 2021 col quale si prevede di concedere più del doppio dei permessi di lavoro rispetto all’anno scorso. Secondo le indiscrezioni circolate, si tratta di 81mila fra nuovi ingressi e regolarizzazioni, contro i quasi 31mila previsti negli ultimi sei anni. Una mossa che, però, rischia di creare frizioni all’interno della maggioranza, in particolar modo nella Lega.
Una necessità che nasce dalla richiesta degli stessi imprenditori che denunciano mancanza di manodopera qualificata e di persone disposte a svolgere le mansioni più pesanti che sta frenando la ripresa economica, nella speranza di una definitiva ripartenza post-Covid nel 2022. Questo numero potrebbe però subire ulteriori modifiche al ribasso in caso di pressioni interne alla maggioranza, ma che rimane comunque al di sotto delle previsioni fatte da WeBuild, leader nazionale delle costruzioni, secondo cui mancano almeno 100mila addetti per poter portare a compimento i piani previsti dal Pnrr. Anche altre associazioni di settore, dalla Coldiretti a Confimi Industria spingono per numeri più alti.
Secondo il progetto contenuto nelle ultime versioni della bozza, 36mila ingressi sono destinati a coprire le necessità di lavoratori subordinati, anche se è questa la quota che gli imprenditori chiedono di allargare. I settori più bisognosi sono quello dell’autotrasporto, l’edilizia e quello turistico-alberghiero. Mentre per altri 45mila si prospetta la copertura delle necessità riguardanti i lavori stagionali, di cui 15mila sarebbero gestiti dalle organizzazioni datoriali.
Sul tavolo, riportano da via Solferino, c’è anche l’ipotesi di varare ben due decreti flussi, da 70-80mila ingressi ciascuno, uno entro la fine del 2021 e l’altro nel 2022, andando così a coprire le necessità del mondo imprenditoriale.