Il Tribunale di Kassel ha condannato all’ergastolo con riconoscimento della colpa grave il trentunenne responsabile di essersi gettato con la propria autovettura sulla folla che assisteva un corteo di carnevale a Volkmarsen, in Assia, in Germania, il 24 febbraio 2020. È stato condannato per 88 casi di tentato omicidio con lesioni gravi ed un singolo caso di solo tentato omicidio, oltre che per l’imputazione minore di ostacolo al traffico; altri due casi di tentato omicidio e lesioni erano stati cancellati in novembre. L’assegnazione della misura di sicurezza vincola la scarcerazione a termine pena solo previa un’altra udienza con una nuova perizia psichiatrica che unitamente al comportamento carcerario concluda per una prognosi favorevole di risocializzazione; consentendo altrimenti di perpetuare la detenzione oltre il limite dell’ergastolo, che dura di norma 15 anni. La Corte ha accolto in pieno le richieste della Procura di Francoforte e delle parti civili, mentre la difesa non aveva fatto alcuna istanza precisa ma chiesto una pena non gravosa in considerazione della contestazione del solo tentativo di omicidio.
Per il giudice Maurice Prahler, un tedesco di Gaggenau all’epoca dei fatti ventinovenne, dopo avere aggirato delle protezioni ha gettato intenzionalmente l’auto nella folla per 42 metri senza arrestarla. Si contarono almeno 88 feriti, tra cui 26 bambini, in parte gravi, falciati nella corsa pazza del veicolo. Un anno fa il governatore Volker Bouffier (Cdu) partecipando ad una commemorazione religiosa ecumenica ricordò come sia stato “miracoloso” che non ci siano stati anche dei morti. Molti sono rimasti traumatizzati a lungo anche solo tra quanti hanno assistito i feriti. Nel processo sono stati escussi più di 180 testimoni.
Per tutto il processo Prahler ha taciuto strenuamente e non si è chiarita la ragione del suo gesto. Per la psichiatra che ha steso la perizia giudiziaria soffrirebbe di un grave disturbo della personalità con componenti narcisistiche, schizofreniche e paranoidi, ma è capace di intendere e volere e non ci sono ragioni per un ricovero in un reparto psichiatrico.
Al momento dell’attentato Prahler non risultò essere alterato dall’alcol, anche se alcune persone che lo conoscevano dichiararono poi ai media che fosse uso comprare vodka. Alla polizia, secondo quanto raccolse l’agenzia Dpa, sarebbe tuttavia già stato noto per casi di ingiurie, violazione di domicilio ed induzione in coercizione.
Subito dopo l’attentato fu inizialmente fermata anche una seconda persona che aveva ripreso l’auto mentre procedeva ritenendo che potesse trattarsi di un complice, ma si stabilì presto che Prahler aveva agito da solo.