Edward Roethel si trovava nel borgo toscano nel 1945 e scattò una foto ai piccoli del posto. Oggi, a 94 anni, è riuscito a realizzare il sogno di rivederli. "È una gioia enorme assistere a questo momento - ha dichiarato il sindaco Simone Giglioli - e sono molto felice che si sia potuto realizzare nella casa comunale e poco prima di Natale, uno splendido regalo per Edward e per noi tutti"
Lui in collegamento video da New York, gli altri tutti riuniti nella sala del Consiglio, in Palazzo Comunale a San Miniato, alla presenza del sindaco Simone Giglioli. Si è concluso con un lieto fine l’appello di Edward Roethel veterano americano 94enne della Seconda Guerra Mondiale che due mesi fa aveva lanciato un appello per incontrare di nuovo quegli otto bambini di cui conservava una foto scattata nel borgo toscano nel 1945. Oggi quattro di loro hanno potuto vederlo di nuovo, 76 anni dopo, e a questi si sono aggiunte altre tre donne che si sono riconosciute in una bimba senza la possibilità di accertare così la sua vera identità.
“È una gioia enorme assistere a questo momento – ha dichiarato il primo cittadino – e sono molto felice che si sia potuto realizzare nella casa comunale e poco prima di Natale, uno splendido regalo per Edward e per noi tutti”. Collegata da Washington anche Holly Rotondi, direttore esecutivo del Friends of the National World War II Memorial, che ha raccolto l’appello di Edward e contattato il Comune per avviare le ricerche dei bambini. “La storia di Edward ci ha appassionato sin da subito e veder realizzato il suo sogno è qualcosa di incredibile – ha aggiunto Giglioli che lo ha invitato a San Miniato – Lo ringrazio, e con lui la figlia Donna, a nome di tutta la nostra città, perché le loro testimonianze e i racconti di queste storie così commoventi ci riportano indietro nel tempo, ai momenti difficili della guerra, che qui da noi ha lasciato un segno indelebile”.
Presenti in Sala del Consiglio c’erano Roberto Santini, classe ’42, originario di San Miniato ma da anni residente a Firenze, ex docente di arte oggi in pensione, poi Bruno Vincenti, il fratello di Liliana Vincenti, classe ’40, deceduta nel 1990, il quale ha raccontato che la sorella (la bambina al centro in prima fila) in quel periodo si trovava a San Miniato da alcuni parenti perché la madre era ammalata di tifo e il padre era prigioniero in Germania, mentre lui venne ospitato da un’altra famiglia nelle campagne. C’erano anche i fratelli Giovanni e Anna Maria Pretini, rispettivamente classe ’39 e classe ’37, che hanno raccontato di essere rimasti presto orfani della mamma e di aver condiviso moltissimo negli anni della guerra, divenendo inseparabili.
A loro si sono unite anche Mara Ciarini Agnesi (classe ’38) di San Miniato, un’insegnante in pensione ormai da tempo, una delle tre donne che si sarebbe riconosciuta nella prima bambina alla sinistra della foto. Insieme a lei Altina Altini (classe ’37), da sempre residente a San Miniato, che anche lei si è rivista in quella bambina, “soprattutto per una delle ginocchia un po’ storte”, specifica. Infine, in videochiamata da Livorno, anche Maria Brondi (classe ’41), in quegli anni sfollata dalla città del mare a San Miniato insieme a tutta la sua famiglia per sfuggire agli orrori della guerra e che oggi si è riconosciuta proprio nella stessa bambina.
Tra i ricordi che sono affiorati, la generosità dei soldati americani che consegnavano cioccolata e caramelle ai bambini oltre all’avvento della penicillina che ha salvato molte vite, tra cui quella di Mara Ciarini. Edward ha dichiarato di ricordare le rovine di San Miniato, città molto provata dal passaggio della guerra, e di essere molto emozionato nel vedere questi bambini ritrovati.