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Oggi è un altro giorno, i Dik Dik: “Noi raccomandati dal Papa, così è iniziata la nostra carriera”

Il gruppo musicale, ospite di Serena Bortone, ricorda Lucio Battisti: "Ha avuto un’infanzia molto difficile, ha sofferto di bullismo. Era un po' più cicciottello degli altri e questo l’ha un po' segnato. Era comunque una persona molto simpatica, raccontava barzellette molto divertenti e anche un po' scurrili"

di F. Q.

Tra gli ospiti di Serena Bortone a Oggi è un altro giorno anche i Dik Dik. Nella puntata di oggi 16 dicembre, il gruppo musicale nato a Milano nel 1965 ha raccontato del grande successo ‘Sognando la California’ (e non solo). “Noi – hanno confidato -, non abbiamo mai visto la California, non ci andremo mai. La canzone originale era ‘California dreamin’, la nostra è stata scritta da Mogol, il pezzo ci dava la possibilità di cantare a più voci. Poi anni dopo c’è stata l’Isola di Wight, neanche li siamo mai stati”.

L’inizio della carriera è stato davvero speciale: “Andavamo spesso alla Ricordi per chiedere se potessimo fare un provino, ma i negozianti naturalmente ci rispondevano che loro non potevano fare nulla a riguardo. Suonavamo in una chiesa e nel mentre il fratello di un componente del gruppo era inserito nel mondo della chiesa. Il cardinale Montini, poi diventato Paolo VI, ci ha scritto una raccomandazione in cui sottolineava che eravamo bravi ragazzi”, hanno spiegato. E ancora hanno aggiunto: “La curia acquistava dalla Ricordi gli organi e allora per ricambiare ci hanno chiamato. Dopo due provini ci hanno preso“.

L’intervista è proseguita con un ricordo di Lucio Battisti: “Era una persona timida, complessa – ha raccontato Pietro Montalbetti, il chitarrista -. Ha avuto un’infanzia molto difficile, ha sofferto di bullismo. Era un po’ più cicciottello degli altri e questo l’ha un po’ segnato. Era comunque una persona molto simpatica, raccontava barzellette molto divertenti e anche un po’ scurrili“. Infine il gruppo ha ricordato Erminio Salvaderi, morto lo scorso anno per complicanze dovute al Covid: “Pepe (questo il soprannome, ndr) era una persona particolare, il più spiritoso, non potevi non volergli bene. Noi l’abbiamo saputo all’improvviso e in sette giorni è venuto a mancare. Non riusciva a respirare, è stato portato in pronto soccorso, ogni tanto gli mettevano un casco per respirare e la situazione sembrava stazionaria. Poi la notte ci hanno chiamato per dirci che era venuto a mancare”.

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