Da Milano a Roma, ma anche Palermo, Cagliari e Bari. I sindacati Cgil e Uil sono scesi in piazza in cinque città per lo sciopero generale di otto ore per protestare contro la riforma dell’Irpef e il disinteresse dei partiti. “Se non si fanno le cose che stiamo chiedendo, noi scioperiamo e torniamo in piazza perché non dobbiamo rispondere ad alcun governo”, ha dichiarato il segretario Maurizio Landini. “L’ultimo sciopero generale è stato nel 2014, contro il Jobs Act, ve lo ricordate quello che parlava in inglese? Beh, oggi siamo molto peggio che nel 2014″. E anche perché “sta aumentando la distanza tra il palazzo della politica e il Paese”, ha aggiunto Landini. Dalla politica però arrivano pochissime dichiarazioni di solidarietà con la protesta. Il ministro M5s Stefano Patuanelli parla di “scelta legittima”, ma aggiunge: “Sul fisco non condivido“. Il presidente M5s, Giuseppe Conte, usa parole diverse: “C’è un malessere diffuso che la classe politica non può trascurare. Il M5s continua a favorire il dialogo, la coesione sociale è importantissima”. E annuncia un incontro con sindacati e associazioni di categoria “per capire le loro ragioni”. Anche il ministro Roberto Speranza, segretario di Articolo 1, spinge per il dialogo: “Quando un lavoratore sciopera le sue ragioni vanno ascoltate sempre con grande attenzione. Credo che oggi più che mai ci siano tutte le condizioni per rilanciare il dialogo con le parti sociali”. Mentre dal centrodestra di governo arrivano solo attacchi: per Matteo Salvini è uno “sciopero-farsa”, per Antonio Tajani è “senza senso”.
L’adesione alla protesta è alta, all’80%, tra i metalmeccanici, mentre il trasporto pubblico procede regolarmente a Milano e Roma, dove in mattinata l’adesione del personale Atac è stata pari al 30,2%. “Per noi questa non è la fine di un ciclo di manifestazioni, per noi è l’inizio perché non rinunciamo all’idea di una riforma delle pensioni, del fisco e della lotta alla precarietà. Ora ancora con più forza. Le piazze di oggi ci dicono che non siamo isolati”, dice Landini. E ancora: “Quello che divide il Paese non è lo sciopero generale ma l’evasione fiscale, la precarietà sul lavoro, l’ingiustizia verso le classi più disagiate. Questo è quello che divide. Oggi serve un cambiamento per legge delle cose sbagliate”.
L’indifferenza della maggioranza e la condanna del centrodestra – L’unico a parlare per i dem è stato l’europarlamentare Pd Pierfrancesco Majorino: “Tante lavoratrici e tanti lavoratori italiani stanno aderendo allo sciopero di Cgil e Uil La politica non può ignorare questa grande domanda di dignità che passa dalla rivendicazione cruciale legata al salario”, ha scritto su Twitter. “Il dialogo va ripreso subito ascoltando quelle piazze”. In piazza ha partecipato alla protesta invece il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni: “Qui contro una manovra del governo ingiusta e iniqua, e che non risponde alle emergenze del Paese”, ha dichiarato. “E fra le emergenze degli italiani le diseguaglianze sempre più crescenti hanno bisogno di risposte, che questo governo non sta dando”.
Chi ha condannato lo sciopero è invece il centrodestra: “Siamo davanti a uno sciopero-farsa contro l’Italia e i lavoratori, la Cgil ci aiuti a ricostruire il Paese anziché bloccarlo”, ha dichiarato il leader della Lega Matteo Salvini. Mentre il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani ha detto: “Io credo che lo sciopero non abbia alcun senso: sia dannoso per la ripresa economica. Abbiamo prorogato lo stato di emergenza. Non è questo il modo per andare incontro ai lavoratori. E’ negativo per i lavori e il nostro Paese”.
“Le ragioni dello sciopero di oggi sono reali e concrete ed è molto grave che la stragrande maggioranza dei media e dei commentatori lo abbiano fatto passare come una follia o come un delitto di lesa maestà”, dichiara la capogruppo di LeU al Senato, Loredana De Petris. “Il governo Draghi è un governo di emergenza. La maggioranza a suo sostegno, larga e contraddittoria, non ha come priorità l’interesse delle lavoratrici e dei lavoratori. È compito innanzitutto del centrosinistra e del M5S interpretare le piazze di oggi, raccoglierne la rabbia e le proposte e spostare l’asse dell’agenda Draghi. Oggi, è soltanto una tappa. Il cammino è lungo per riconquistare la fiducia dell’universo del lavoro più in difficoltà”, scrive su Facebook il deputato di LeU Stefano Fassina.
Le ragioni dello sciopero – Fisco, pensioni, politiche industriali, contrasto alle delocalizzazioni e alla precarietà, sanità, non autosufficienza e scuola sono i punti critici della legge di Bilancio secondo i sindacati. Lo sciopero ha riguardato lavoratori pubblici e privati e i servizi, a partire dai trasporti. Escluse dalla protesta la scuola – che ha già scioperato venerdì scorso – e la sanità, esonerata sin dall’inizio per salvaguardare il diritto prioritario alla salute in questa fase di emergenza pandemica. Secondo i primi dati, hanno aderito l’80 per cento dei metalmeccanici. Sotto accusa appunto la struttura della manovra: per le due confederazioni “non ridistribuisce ricchezza, non riduce le disuguaglianze e non genera uno sviluppo equilibrato e strutturale e un’occupazione stabile”. La legge di Bilancio e i provvedimenti messi in campo “non danno risposte sufficienti”. “Vogliamo dei cambiamenti concreti per le lavoratrici e i lavoratori, i pensionati e le pensionate e per rafforzare la coesione sociale e territoriale”, si legge nel volantino preparato da Cgil e Uil per lo sciopero. “Oggi in piazza andiamo per rivendicare quelle cose che abbiamo chiesto nei documenti presentati al governo insieme alla Cisl”, ha detto il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri ai microfoni di Rtl 102.5 sottolineando la mancata adesione del terzo sindacato. “Abbiamo molto rispetto per la decisione della Cisl – ha aggiunto – e pretendiamo lo stesso rispetto. Ricordo che non c’è un sindacato unico, ce ne sono tre con sensibilità e storie diverse. Sono sicuro che da lunedì, quando ci presenteremo davanti al presidente del Consiglio per chiedere di cambiare la legge Fornero, avremo le stesse sensibilità”, ha concluso il numero uno della Uil.
Le adesioni e gli spostamenti – Secondo i primi dati, tra i metalmeccanici c’è stata un’adesione all’80 per cento. A Roma la Metro A è attiva con riduzioni di corse. Regolari invece la Metro B/B1 e la Metro C è regolare, mentre la Ferrovia Roma-Lido è attiva con riduzione di corse, come la Roma-Viterbo, e la Ferrovia Termini-Centocelle è chiusa. Sono segnalate possibili riduzioni o sospensione del servizio bus e tram fino alle 17. L’adesione del personale Atac allo sciopero del trasporto pubblico, rilevata in mattinata, è stata pari al 30,2%.
A Milano, per il momento, i trasporti cittadini appaiono regolari, con le metropolitane funzionanti e qualche possibile rallentamento ipotizzato, soprattutto in centro per i cortei preannunciati. La Polizia locale non segnala criticità a fermate o nelle banchine, o per la circolazione, a parte, appunto, tra le 10 e le 12, il corteo di Cgil e Uil che si snoderà a ridosso di Cairoli e di Parco Sempione fino a raggiungere l’Arco della Pace. Atm , in un nota, afferma che “il servizio continua sulle linee metropolitane” e che i mezzi di superficie “possono risentire del traffico causando attese alle fermate”. A Napoli l’adesione complessiva del personale della linea 1 della metropolitana in turno questa mattina è del 19%. Per quanto riguarda le Funicolari, invece, viene comunicata un’adesione del 72%. Il dato registrato da Eav in Campania é infine di circa 110 agenti, ovvero inferiore al 10%.
Le parole di Landini e Bombardieri – “Quello che si sta determinando in questo paese e per cui dovrebbero ringraziarci dello sciopero generale e di aver riempito le piazze. Ciò che dovrebbe esser la preoccupazione delle forze politiche è il rischio di una rottura democratica della rappresentanza tra i cittadini e il palazzo della politica. Quando non vanno a votare il 60% degli elettori è un campanello d’allarme pericoloso”, dice dal palco di Roma il leader Cgil, Maurizio Landini. “Oggi ci sono cinque piazze piene. È strano dire che non rappresentiamo il Paese reale, chi è rimasto indietro. Chiediamo al governo di fare scelte diverse. Il Paese ha bisogno di risposte, che finora non sono sufficienti”, sottolinea anche il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, dalla manifestazione in piazza del Popolo. “Il presidente di Confindustria, Bonomi ha detto ieri che era triste per lo sciopero ma i disoccupati sono tristi sempre”, aggiunge Bombardieri. “E’ un mese che stiamo nelle piazze pensavate fossero scampagnate? Abbiamo incontrato lavoratori e lavoratrici non diciamo di sì prima di sederci e questa battaglia la portiamo fino in fondo. Chiediamo un paese diverso soprattutto su alcuni temi”.