“Sono solo andato a dare solidarietà ad alcuni sanitari sospesi che, assieme al loro avvocato, hanno chiesto un appuntamento al dirigente sanitario dell’ospedale di Pordenone, perché volevano denunciare dei colleghi che lavorano da mesi in ospedale senza vaccino e che quindi mettono a repentaglio la salute dei propri pazienti”. Così Stefano Puzzer, leader della protesta no green pass e contro l’obbligo vaccinale, ha ribadito in un video postato nella tarda serata di ieri, la propria versione della manifestazione davanti all’ospedale di Pordenone avvenuta ieri che gli è costata un foglio di via obbligatorio di tre anni, emesso dalla Questura di Pordenone. Il provvedimento è stato deciso dopo che Puzzer era stato accompagnato in Questura al termine di una manifestazione di protesta non autorizzata che intendeva occupare la direzione sanitaria dell’ospedale cittadino.

Ma per il portuale la versione è un’altra: “Fuori dall’ospedale saremmo state forse 30 persone – ha aggiunto – Erano le 12.45. Si parlava tra di noi, eravamo su un’aiuola, tranquilli, come se fossimo tutti amici. Non c’erano microfoni, palchi o strade chiuse. Come ho già detto, se la mia visibilità può dare visibilità ad altre categorie in difficoltà porterò la mia solidarietà”. Dopo di che “mi è stato chiesto di andare in Questura per accertamenti – continua -. Ero con mia moglie e un lavoratore portuale in pensione”. A Puzzer è stato quindi consegnato il foglio di via. “Sul provvedimento – spiega – c’è scritto che sono un individuo pericoloso, abituato a delinquere e che in poche parole istigo le persone alla violenza”. Quindi Puzzer conclude dicendo che il 17 dicembre faremo “un comunicato” e “vedremo di dare una bella risposta a questo governo”.

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