L'Ente nazionale della protezione animali denuncia un ritardo sia per quanto riguarda le dose di richiamo per i cuccioli, che devono essere fatte entro un anno e mezzo dalla prima somministrazione, sia per i futuri nascituri. “Agosto e settembre sono stati i mesi peggiori". Problemi anche sugli abbandoni: "I conigli vengono lasciati nei parchi pubblici senza essere sterilizzati"
Dopo il boom di adozioni di animali registrato durante il lockdown, le aziende si sono trovate a fare i conti con una domanda molto più alta rispetto a quella preventivata nel momento della pianificazioni dei vaccini, ovvero nel 2019/2020. Oggi però, le nuove famiglie di questi cuccioli rischiano di restare senza un vaccino disponibile per i loro animali. Più che di una vera e propria carenza però, Giusy D’angelo, esperta del benessere animale e membro della giunta esecutiva Enpa (Ente nazionale della protezione animali) denuncia un ritardo sia per quanto riguarda le dose di richiamo per i cuccioli, che devono essere fatte entro un anno e mezzo dalla prima somministrazione, sia per i futuri nascituri. “Agosto e settembre sono stati i mesi in cui questa mancanza si è fatta più sentire, soprattutto per quanto riguarda i gatti”.
Nelle 170 sezioni in tutta Italia divise tra 70 canili e rifugi e 20 gattili, Enpa infatti si occupa di accudire i vaganti e di sottoporli al ciclo di vaccinazioni necessario prima di darli in adozione. Tra gli animali più ricercati c’è il cane, anche se, in molte zone del nord ovest, la richiesta di conigli durante il Covid è aumentata. “Su questi animali però – spiega Giusy D’angelo.- c’è ancora un cultura sbagliata e spesso vengono abbandonati nei parchi pubblici senza prima essere sterilizzati. Cosa che invece con i cani si è ridotta perché con il microchip è ora più facile risalire al proprietario”. Secondo i dati raccolti da Enpa per l’anno 2020, solo tramite le loro strutture sono stati 17.815 i cani adottati, contro le 11.815 richieste di gatti, su un totale di 75.084 animali aiutati.
A fare il punto sulla situazione vaccini è però Aisa, l’Associazione nazionale imprese della salute animale, parte di Federchimica. La sua presidente, Arianna Bolla, denuncia prima di tutto un aumento senza precedenti della domanda in tutta Europa. A causare il boom di richieste per gli immunizzanti le numerosi adozioni avvenute durante l’anno del Covid. Si tratta di vaccini di carattere generale destinati agli animali da compagnia. Anche se, come ha notato anche Giusy D’angelo, si è notata una carenza soprattutto in relazione ai vaccini destinati ai gatti. Non sono comunque di poco conto i danni che la mancanza di vaccini, seppur in maniera ridotta, porta con sé. “I primi mesi di vita di un cucciolo sono cruciali – sottolinea Arianna Bolla – grazie al latte materno assume gli anticorpi essenziali ma, man mano che progredisce nella crescita, il latte perde di efficacia e si potrebbe andare incontro a una sofferenza da carenze anticorpali”. Ecco perché le vaccinazioni sono necessarie, così come lo sono i richiami per gli animali adulti che, comunque, devono dare la priorità ai propri cuccioli. Una situazione che da Aisa si augurano possa migliorare già a partire dai primi mesi del 2022. Di diverso conto è invece il mondo dei medicinali veterinari, riconosciuti come essenziali durante la pandemia e per cui la produzione non è mai cessata.
Oltre a questo disagio, il boom di adozioni durante il lockdown ha subito un freno proprio a causa delle riaperture. “Nei mesi successivi molti animali sono stati ceduti ai nostri centri perché erano stati adottati in modo non consapevole. Ora, dopo un mese e mezzo di freno, piano piano stanno riprendendo, però i proprietari devono fare i conti con un cambiamento anche dell’umore dell’animale”. Secondo Enpa infatti, a causa del lockdown, il 30% degli animali da compagnia ha mostrato un comportamento più aggressivo proprio perché non ha avuto il tempo di adattarsi alla nuova routine fatta di chiusure e riaperture sporadiche.