Daniele Zacchetti, un operaio di 58 anni dell’impresa veneta Pasqual Zemiro, è morto questa mattina – 17 dicembre – al Porto vecchio di Trieste. L’incidente è avvenuto poco dopo le 10 nella zona del molo III del Porto Vecchio dove l’uomo stava lavorando sotto il braccio meccanico di una gru, che all’improvviso si è piegata in due e chi è caduta addosso, schiacciandolo. Le organizzazioni sindacali Usb, Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di proclamare uno sciopero generale del porto di Trieste a partire dalle ore 12.00 del 17 dicembre, per tutta la giornata. “Riteniamo che tale fatto sia assolutamente grave. L’ennesimo omicidio di un lavoratore in nome del profitto”, riporta una nota dei sindacati. L’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale riferisce in una nota che sul luogo dell’incidente è accorsa subito l’Asugi che ha fatto i primi rilievi, affiancata dal personale dell’Autorità, dalla Capitaneria di Porto, dalla Polmare, dai vigili del fuoco e dagli operatori del 118.

Il capogruppo del Pd nel consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia, Diego Moretti oggi è intervenuto in aula sollecitando l’assise a riflettere sull’incidente e affermando che: “Tragedie come quelle delle morti bianche non possono e non devono assuefarci, ma farci riflettere sul necessario e continua rafforzamento della sicurezza”. A seguito dell’intervento di Moretti, l’aula ha osservato un minuto di silenzio.

“L’amministrazione regionale tutta si stringe attorno alla famiglia del lavoratore rimasto vittima di un incidente stamane a Trieste. Il tema della sicurezza sul lavoro deve continuare a rappresentare un punto di convergenza per tutte le istituzioni, la cui azione è chiamata a rafforzarsi per contrastare in modo sempre più deciso il fenomeno delle morti bianche”. Lo dichiara il governatore della regione giuliana, Massimiliano Fedriga.

Arriva anche il commento dei sindacati – Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti – che ribadiscono: “I porti devono essere luoghi sicuri”. Le attività in cui l’operaio era impegnato, proseguono, “evidentemente richiedevano una valutazione di tutti i rischi interferenti”. Secondo le organizzazioni “il tema della sicurezza deve prendere un maggiore protagonismo nel dibattito politico perché è necessario un cambio di passo che renda il lavoro sicuro. È proprio per queste ragioni – affermano Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti – che ieri abbiamo chiesto ed ottenuto dal ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili una sede permanente di confronto per discutere anche di sicurezza nei porti e di produrre ed emanare i decreti di armonizzazione tra i decreti legislativi 271/99 e 272/99 e la legge generale sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Lo stillicidio delle morti sul lavoro rappresenta una battaglia di civiltà sulla quale non intendiamo abbassare la guardia”.

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