“Una decisione surreale”. È polemica a Rivalta, nell’hinterland torinese, dove la dirigente di una scuola elementare ha deciso che il saggio del laboratorio teatrale si farà ma a porte chiuse, ossia senza genitori come pubblico. Motivo: l’impossibilità di portare in scena lo spettacolo in un luogo dove tutti gli alunni possono avere i genitori presenti, cioè all’interno della scuola, a causa delle disposizioni di legge che prevedono per i visitatori esterni l’ingresso con green pass rafforzato che non tutti possiedono. Un fatto che avrebbe, quindi, impedito ad alcuni bambini di recitare davanti a mamma e papà.

Una decisione che ha sollevato prese di posizione tra i genitori e del sindaco, Sergio Muro, papà, tra l’altro, di uno dei bambini impegnati nel laboratorio teatrale. “Come sindaco non spetta a me intromettermi nella programmazione scolastica ma trovo quella decisione surreale – commenta il sindaco all’Adnkronos – il vaccino è l’unico strumento di libertà che abbiamo e in questo momento questa scelta ci priva di una libertà che abbiamo cercato di riconquistare faticosamente in questi anni. Sono due anni che non vediamo le recite dei nostri ragazzi perché non si poteva, non perché non avevamo il vaccino”.

“Anche quando non c’era il green pass, non è mai accaduto che si siano fatte le recite a porte chiuse perché qualche genitore non poteva prendere un permesso dal lavoro. Adesso se un genitore ha deciso, legittimamente, di non vaccinarsi sarà consapevole che priverà suo figlio della sua presenza allo spettacolo. Va in direzione opposta rispetto a tutto quello che stanno facendo le istituzioni, spingere verso la vaccinazione anche facendo capire le differenze di vita che ci sono tra chi sceglie di vaccinarsi e chi no”.

Foto di archivio

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