da il team di Moneyfarm

Gentile direttore,
la contattiamo riguardo l’articolo pubblicato da Beppe Scienza in data 12 dicembre 2021 sul sito del Fatto Quotidiano. Fatta salva la libertà di avere nei riguardi del nostro servizio qualsiasi opinione, teniamo molto a fare chiarezza rispetto a quanto riportato nell’articolo.

Innanzitutto, ci sembra che il professor Scienza non abbia chiaro il servizio offerto da Moneyfarm. La società nasce dieci anni fa in Italia per aiutare i risparmiatori a raggiungere obiettivi finanziari di lungo periodo, in maniera semplice e a un costo accessibile. Il nostro team di gestione costruisce portafogli ben diversificati, slegati dal rischio derivante dai singoli titoli e con un focus di lungo termine. I gestori di Moneyfarm monitorano quotidianamente i mercati e determinano nel tempo la composizione dei portafogli, modificandola all’occorrenza e accertandosi che sia sempre in linea con il profilo di rischio-rendimento che ogni cliente, al momento della sottoscrizione del servizio, ha definito sulla nostra piattaforma, in autonomia oppure insieme al consulente. Sui mercati non crediamo sia corretto rincorrere l’extra-rendimento a ogni costo se questo espone il cliente a rischi che vanno oltre soglie predefinite.

I portafogli Moneyfarm, nello specifico, sono composti da Etf che selezioniamo nel campione ampio dell’universo investibile sulla base di sette criteri fondamentali: costi di gestione, costi di transazione, tipologia della replica, qualità della replica, affidabilità dell’emittente, liquidità degli strumenti e liquidità dei sottostanti. Gli Etf permettono di ridurre i costi dell’investimento, garantiscono totale trasparenza sulla composizione del fondo e maggiore liquidità. Le nostra soluzione di gestione patrimoniale ha un costo (compreso tra lo 0,4% e l’1%, a seconda del capitale investito) di molto inferiore alle gestioni tradizionali, proprio perché strutturata con portafogli in Etf e del tutto indipendente, ossia estranea a qualsiasi logica di retrocessione (Moneyfarm non guadagna dai prodotti che seleziona a differenza dei servizi più tradizionali).

La nostra filosofia di investimento si basa sostanzialmente sull’assunto che nel lungo periodo la performance di un investimento sia determinata principalmente dalla scelta ottimale degli strumenti sottostanti e delle macro aree di investimento. Ci sembra che il professor Scienza ignori gli studi più accreditati nell’ambito delle teorie di portfolio management, che evidenziano quanto la capacità di selezionare singoli titoli e obbligazioni sia secondaria ai fini delle performance di lungo periodo rispetto alla composizione in termini di asset class.

A differenza di quanto suggerito nell’articolo, il cosiddetto “stock picking” non è l’unica tipologia di attività che può essere considerata di “gestione”. Fare gestione può benissimo significare anche selezionare, sovrappesandole o sottopesandole, le asset class più “redditizie”, incrementare o ridurre le classi più rischiose in base alle prospettive di volatilità del mercato. In generale l’affermazione: “Così anche chi non sa neppure imbastire l’analisi di un titolo azionario od obbligazionario, può presentarsi come gestore finanziario” non è solamente priva di fondamento ma anche pericolosa. La costruzione e la gestione di portafogli di investimento necessita di competenze finanziarie approfondite, di esperienza e di tanto tempo, che la stragrande maggioranza dei risparmiatori non ha: per questo si sceglie di delegare la propria gestione finanziaria, così come si va da un medico per la propria salute.

Nell’articolo oltretutto si asserisce che il team di gestione di Moneyfarm avrebbe limitatissime competenze. Riteniamo questa affermazione offensiva e pregiudizievole. Il nostro team è composto da portfolio manager, analisti quantitativi e da esperti certificati CFA (Chartered Financial Analyst), ed è guidato da Richard Flax, Chief Investment Officer, con esperienza pluriennale nel settore (e curriculum disponibile anche su LinkedIn). Il tono che utilizza il professore è prossimo alla diffamazione e la nostra Società chiede quantomeno rispetto per i suoi lavoratori.

Nell’articolo viene anche sollevato un dubbio sulla metodologia di calcolo dei costi associati al servizio Moneyfarm (in particolare al piano pensione), considerata “più o meno ufficiale, anche se comunque discutibile.”. Prima di tutto i costi sono scritti nero su bianco nel contratto firmato dal cliente, che è un documento che ha valore legale. I costi di Moneyfarm ad ogni modo sono mostrati in modo molto chiaro e trasparente anche sul nostro sito e non sono frutto di un calcolo arbitrario, vengono calcolati in base a precise regole stabilite dalle autorità di vigilanza nonché approvati dalle stesse. Sul sito di Covip tali criteri sono consultabili da tutti.

Da ultimo ci lasci dire che siamo sorpresi che il professor Scienza si senta di consigliare a cuor leggero uno strumento finanziario ai suoi lettori, strumento peraltro che viene presentato come alternativa al nostro servizio, nonostante abbia caratteristiche del tutto diverse. Ci piacerebbe capire quali sono le valutazioni oggettive, le competenze e le analisi che spingono il professor Scienza a prendersi la responsabilità di offrire consigli di investimento in modo così approssimativo, senza peraltro poter avere alcuna contezza della situazione patrimoniale e degli obiettivi finanziari dei suoi lettori.

Fiduciosi che comprenderà la nostra posizione le porgiamo i nostri più cordiali saluti e la invitiamo a conoscerci di persona in futuro, ci farebbe molto piacere.

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Gentile team di MoneyFarm,
Crediamo che il dibattito tra voi e Beppe Scienza sia qualcosa di interessante per tutti i cittadini. Per questo ospito volentieri il vostro cortese intervento certo che la discussione sia utile ai risparmiatori. Sviscerare i problemi dando spazio a tutti i punti di vista è sempre il modo migliore per spingere le persone a scelte meditate e consapevoli.
Un cordiale saluto,
Peter Gomez

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Risposta di Beppe Scienza

Sorvolo sulla réclame che Moneyfarm si fa in tutta la sua lettera, ma non sulle insinuazioni alla mia incompetenza, per le quali invito a protestare direttamente con l’Università di Torino, che da anni mi affida l’insegnamento di Metodi per le Scelte Finanziarie e Previdenziali. Seguendo invece l’indicazione del direttore del sito approfondisco, anche se per brevità non sviscero, i vantaggi del buono fruttifero postale Obiettivo 65 che insisto a consigliare, senza esitazioni e senza riserve, a quanti abbiano obiettivi di risparmio per la propria vecchiaia, come è il caso di chi sottoscrive una forma di previdenza integrativa, di Moneyfarm o di altri.

È infatti l’unico investimento esistente e accessibile a chiunque, purché relativamente giovane, che congiuntamente:
1°. Garantisca all’età dei 65 anni il potere d’acquisto delle somme investite.
2°. Non contempli spese, costi o commissioni né di sottoscrizione né di riscatto.
3°. Sia liquidabile in ogni momento con disponibilità il giorno stesso.
4°. Garantisca sempre un riscatto nominalmente pari almeno a quanto versato, neppure ridotto per il bollo.
5°. Goda della duplice garanzia della Cassa Depositi e Prestiti e dello Stato Italiano.
Mi pare che basti. In ogni caso si tratta di pregi e garanzie di cui difettano invece i prodotti venduti da Moneyfarm.

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