Nemmeno la sigaretta elettronica regge l’ideale dell’uomo macho, tanto utilizzato nei decenni passati per diffondere la cultura del fumo. Svapare raddoppia infatti il rischio di disfunzione erettile negli uomini, già a partire dai 20 anni, oltre a non aiutare a smettere di fumare. Soprattutto nei più giovani, basta un solo “svapo” per innalzare i livelli di stress ossidativo. La conferma viene dalla New York University Grossman School of Medicine. I ricercatori americani hanno condotto uno studio su 13.711 uomini sani di età compresa tra 20 e 65 anni. L’associazione fra svapo e disfunzione erettile è stata confermata indipendentemente dall’età, dalle malattie cardiovascolari o da altri fattori di rischio: mentre nel campione di non fumatori i casi di problemi erettili si attestavano attorno al 10,2% – dato nella media della prevalenza negli Stati Uniti -, la percentuale aumentava fino al 20,7% in chi utilizza con regolarità le e-cigarette. Mentre per gli uomini con una storia pregressa di problemi cardiaci, il rischio di disfunzione erettile triplica. “Lo studio evidenzia che il vaping penalizza la funzione erettile di poco più del 20%. Si tratta di una condizione assolutamente prevedibile per il semplice fatto che la nicotina è un vasocostrittore e non un prodotto innocuo”, commenta per FqMagazine il dottor Giacomo Mangiaracina, specialista in Salute pubblica e tabaccologo, presidente dell’Agenzia nazionale per la prevenzione. “Fra l’altro gli autori evidenziano che l’esercizio fisico riduce la disfunzione. L’esercizio muscolare produce infatti una vasodilatazione”, prosegue l’esperto.
Di fatto, il fumo è stato più volte associato a cambiamenti nella vascolarizzazione del pene, che sono direttamente associati alla disfunzione erettile. “Ma c’è anche da sottolineare che questa ricerca considera i dati relativi a un solo parametro vitale, quello dell’efficienza del sistema vascolare, ma non prende in esame il danno globale, specialmente quello respiratorio, e il rischio oncologico confrontandolo con quello delle sigarette tradizionali. In questo caso la riduzione del danno risulta evidente. Vale a dire che è conveniente per un fumatore transitare completamente ai vaporizzatori, ma non lo è per un adolescente che inizia a utilizzare questi dispositivi minimizzando sui danni potenziali”. La ricerca americana afferma anche che l’uso della sigaretta elettronica non aiuta a smettere di fumare. “Formulato in questi termini il concetto è plausibile”, spiega Mangiaracina, “sarebbe come dire che, lasciato al fai-da-te, il fumatore non avrebbe molte chance di successo. Ma nelle mani di un terapeuta del tabagismo, i vaporizzatori rappresentano uno strumento di cura aggiunto a quelli già validati dall’esperienza e dalle evidenze delle linee-guida cliniche. Personalmente preferisco i dispositivi a ricarica liquida che permettono lo scalaggio della nicotina fino a zero; mentre in quelli a tabacco riscaldato lo scalaggio non è possibile”.