La variante Omicron “corre più veloce della politica”. Mentre i contagi aumentano in tutta Europa e di fronte alla crescente preoccupazione sull’evoluzione che ci sarà anche in Italia, a parlare è Antonino Giarratano, il presidente della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti). E innanzitutto mette sotto accusa una classe dirigente ancora troppo lenta nel prendere provvedimenti, anche di fronte a una nuova ondata che sta mettendo in ginocchio la Gran Bretagna.

“Qualsiasi intervento preso oggi” sulla curva epidemica “avrà dei risultati tra 15-20 giorni, questo vale per lockdown per vaccinati o meno, mentre le Regioni in zona gialla non servono a nulla“, ha commentato Giarratano in un’intervista all’agenzia Adnkronos.Ilfattoquotidiano.it ha dimostrato, grazie a un’analisi degli ultimi dati, che le norme restrittive previste in zona gialla non permettono di ridurre i contagi.La variante Omicron corre e ci sarà un impatto, come già si vede, prima sui ricoveri in area media e poi sulle terapie intensive. Ci stiamo preparando al peggio, le aziende sanitarie stanno organizzando la riapertura e l’ampiamento dei reparti Covid. Siamo preoccupati ma anche preparati”. A preoccupare è proprio il possibile impatto sugli ospedali della nuova ondata di contagi.

Giarratano, basandosi sulle prime considerazioni che arrivano dagli ospedali italiani, ha osservato: “Oggi stiamo assistendo ad un incremento dei ricoveri dei pazienti fragili positivi al Covid, un dato che ci dice che con la doppia dose di vaccino anche chi, magari anziano e con comorbidità, non finisce subito in terapia intensiva, come sarebbe accaduto lo scorso anno, ma occupa comunque un posto letto”. Un fatto che comporta seri problemi per l’attività ordinaria: “Questo pone dei problemi molto seri alle attività non-Covid che subiranno una paralisi se le cose peggiorano”. La variante Omicron “corre più veloce della politica, l’obbligo vaccinale deciso mesi fa ci avrebbe tutelato da questo periodo che sarà difficile e complicato soprattutto a gennaio, quando vedremo l’onda lunga dei contagi di Natale”, ha concluso.

Proprio della necessità di ulteriori restrizioni, ha parlato anche Alessandro Vergallo, presidente dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi-Emac): “L’approccio sul freno dei contagi e sul sovraccarico dei reparti è sempre lo stesso: si tratta di un approccio multimodale alla progressione di questa ondata quindi i vaccini, la prevenzione individuale e quella sociale. Solo uno di questi fattori da solo non basta” ma “è chiaro che la politica dovrà assumersi delle responsabilità, ad esempio delle restrizioni solo per i non vaccinati potrebbero avere un senso nel frenare i contagi e quindi contenere anche l’impatto sugli ospedali”.

Intanto oggi il presidente dell’Ordine dei medici di Firenze Pietro Dattolo ha fatto un appello in vista delle feste natalizie: “Siamo di nuovo in un momento complicato. La situazione può ritenersi sotto controllo ma la risalita dei contagi preoccupa e la pressione sugli ospedali, sebbene ancora contenuta, è tornata a crescere. Il periodo delle feste natalizie che ci attende sarà decisivo e siamo tutti chiamati a una prova di responsabilità e senso della misura. Vaccinarsi e fare la terza dose è fondamentale, come dimostrano i dati che provengono da Israele, ma la massima prudenza per cene e cenoni è altrettanto essenziale”. Un invito alla “massima prudenza”, ad evitare situazioni di rischio e di particolare affollamento, ad adottare tutte le cautele possibili negli incontri di famiglia e con gli amici, mantenendo laddove possibile le distanze e l’uso delle mascherine.

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