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George Clooney: “Ho rifiutato 35 milioni per un giorno di lavoro. Non ne valeva la pena, ecco perché”

In un'intervista al Guardian, l'attore ha rivelato di aver rifiutato un compenso di 35 milioni di dollari che gli era stato offerto per un solo giorno di lavoro perché, dopo essersi consultato con la moglie, celebre avvocato per i diritti umani, ha constatato che non valeva la pena che perdesse il suo sonno per quello

di F. Q.

“Mi sono stati offerti 35 milioni di dollari per un giorno di lavoro per uno spot di una compagnia aerea, ma ne ho parlato con Amal (la moglie, ndr) che ha sposato nel 2014) e abbiamo deciso che non ne valeva la pena“. George Clooney ci ha abituati ai suoi gesti spiazzanti (vi ricordate quando ha regalato un milione di dollari a ciascuno dei suoi migliori amici?) ma comunque riesce sempre a stupirci. L’ultimo, in ordine di tempo, è questo aneddoto che ha raccontato in un’intervista al Guardian, in cui ha rivelato di aver rifiutato un compenso di 35 milioni di dollari che gli era stato offerto per un solo giorno di lavoro perché, dopo essersi consultato con la moglie, celebre avvocato per i diritti umani, ha constatato che non valeva la pena che perdesse il suo sonno per quello. “Era la compagnia aerea associata a un Paese che, sebbene sia un alleato, a volte è discutibile, quindi ho pensato: ‘Beh, se mi manca un minuto di sonno, non ne vale la pena‘”.

Il divo di Hollywood ha in legame molto forte con la compagna Amal Alamuddin: “Lei è una persona davvero impressionante. È bella, intelligente, divertente: ci siamo innamorati subito e ci siamo sposati dopo sei mesi. E ora ci stiamo divertendo così tanto”. È proprio per questo che da qualche tempo ormai preferisce tenersi lontano dal set: “Non ci sono così tante parti fantastiche e non devo per forza recitare. Mia moglie ed io abbiamo avuto questa conversazione quando ho compiuto 60 anni, quest’estate. Ho detto: ‘Entrambi amiamo quello che facciamo. Ma dobbiamo assicurarci di non prenderci in giro noi stessi'”. Insieme hanno due gemelli ma, a differenza di tanti colleghi vip, non hanno voluto circondarsi di un esercito di tate e assistenti per seguirli: “No, perché è così importante per Amal essere coinvolta. Abbiamo una tata quattro giorni alla settimana e il resto del tempo siamo solo noi. E durante il lockdown siamo rimasti solo noi per un anno intero. Mi sentivo come mia madre nel 1964, che lavava i piatti e faceva sei carichi di bucato al giorno”.

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