di Carmelo Sant’Angelo
E, nonostante tutto, continuavano a chiamarli “patrioti”. Ma che cosa c’è di più antipatriottico di:
1. dare del criminale o del dittatore al Presidente del Consiglio impegnato in una battaglia senza precedenti per garantire la salute pubblica;
2. non fornire alcun contributo concreto ad un Paese allo stremo (con terapie intensive tracimanti e un insegnamento scolastico intermittente come le decorazioni natalizie) chiedendo pretestuosamente sempre e solo l’opposto di quanto fatto dal governo;
3. astenersi al Parlamento europeo sul voto che elargiva i fondi del Recovery fund, di cui l’Italia avrebbe maggiormente goduto;
4. diffondere bufale sul Covid e concimare il campo dei no-vax;
5. assistere inermi al naufragio di navi cariche di disperati;
6. chiedere l’affondamento delle navi delle Ong, in quanto “navi pirata”;
7. andare a braccetto con i peggiori fascisti europei, avendo come alleati coloro che vorrebbero chiudere l’ombrello finanziario europeo sotto cui ha trovato riparo il nostro Paese;
8. mettere in dubbio l’imparzialità di un Presidente della Repubblica alludendo ai suoi trascorsi politici nell’opposto schieramento;
9. aver votato le più inique e scandalose leggi berlusconiane;
10. stigmatizzare la povertà con il marchio della colpevolezza;
11. sbandierare l’ortodossia della propria fede “cristiana”, anche se in contrasto con l’esempio e gli insegnamenti di Papa Francesco;
12. non censurare le adunate fasciste di Predappio né prendere le distanze da formazioni eversive;
13. accusare l’avversario politico di “intelligenza con il nemico” (Letta “il Casalino di Macron”);
14. inondare i social con campagne di odio divisive, come quella scatenata, tra le altre, contro la ministra Azzolina, accusata di incompetenza (nonostante le due lauree magistrali e il concorso da dirigente scolastico superato), ergendosi dal pulpito di un rispettabile ed onesto diploma del liceo linguistico.
Ma, soprattutto, c’è qualcosa di più lontano dall’amore verso la Patria della menzogna propalata al popolo? La Meloni ha, ex plurimis, mentito:
– sostenendo che il Mes fosse stato “attivato”;
– sulle gigantesche e inesistenti correlazioni tra numero di contagi e di migranti;
– sul “furto del Natale” e sulla “sostituzione etnica”;
– sull’efficacia del reddito di cittadinanza;
– su Ruby nipote di Mubarak;
– sulle accuse alla sinistra per l’attacco alla Libia, quando il premier era Berlusconi e il Ministro della Difesa il “suo” Ignazio La Russa…
Potrei continuare per ore con questo elenco di miseria intellettuale, ma preferisco parlare dei veri patrioti. Anche perché non c’è nulla di patriota nemmeno nel definire “Mangano un eroe” o nel distrarre 200 milioni di euro dal fondo delle disabilità.
Il patriota è colui che offre in sacrificio il bene supremo della vita a favore della collettività. Sono patrioti i caduti nell’adempimento del proprio dovere; coloro che rifuggono le contingenti convenienze e seguono la legge. I patrioti sono permeati da un’etica kantiana del dovere che li spinge ad agire “in modo da trattare l’umanità (…) sempre anche come fine e mai semplicemente come mezzo”. Il patriottismo è fratellanza, è donare se stessi agli altri – sconosciuti e sovente irriconoscenti – perché ne possano trarre un vantaggio collettivo. In estrema sintesi, Patria es humanidad come ci ha insegnato l’apostolo dell’indipendenza di Cuba, José Martí. Concetto ripreso ed approfondito dall’intellettuale e religioso brasiliano Frei Beto: “Patria è la capacità di una nazione di integrarsi con le altre, in cui l’umanità costituisce una sola famiglia, senza discriminazioni e pregiudizi etnici, sociali o religiosi. Patria è un’umanità solidale, giusta, libera e pacifica”.
A tutti gli addetti dell’informazione, che veicolano acriticamente slogan nazionalisti, rivolgo l’invito a leggere l’accorato appello di Dan Gillmor, giornalista e studioso dei media, pubblicato su Medium dall’eloquente titolo: “Cari giornalisti, finitela di essere casse di risonanza dei bugiardi”. Prima che sia troppo tardi.