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Turista travolto da una valanga a Bormio scrive una lettera ai ragazzi di 15 anni che l’hanno salvato: “Pensavo fosse la fine, la neve anche in bocca. Ora sto per diventare padre”

Uno dei ragazzi che hanno salvato l'uomo racconta la vicenda al Corriere: "Dalla neve spuntava solo uno sci, era completamente sommerso, lo sentivamo gemere. Eravamo in quattro, ci siamo inginocchiati, scavando a mani nude fino a quando siamo riusciti a liberarlo"

Jack Cawelti, turista americano di 42 anni, il 5 dicembre scorso è stato travolto da una valanga a Bormio. Adesso, dagli States, ha voluto scrivere una lettera allo Sci club della località della Valtellina, per contattare gli adolescenti che lo hanno immediatamente soccorso. “Se è possibile per favore passate a loro questo messaggio, si legge in una lettera pubblicata sul Corriere -. Mia moglie attende il nostro primo bimbo, non riesco a immaginare come sarebbe la loro vita se non mi aveste salvato. Grazie per avermi salvato la vita. Ero schiacciato dalla neve, incapace di muovere qualsiasi parte del corpo”, ha esordito. E ancora ha raccontato: “Sapevo che la mia unica possibilità di sopravvivere era che qualcuno avesse visto l’incidente e mi stesse cercando, quindi ho fatto più rumore possibile. Non posso ringraziarvi abbastanza per essere stati lì. “.

Uno dei quindicenni che lo hanno soccorso ha raccontato: “Ero insieme a tre compagni di squadra. Mancava poco a mezzogiorno. Stavamo scendendo lungo la pista battuta che costeggia il tratto vietato quando lo abbiamo visto: ha fatto due curve nella neve fresca ed è partita la valanga. Con lo Sci club Bormio avevamo frequentato un corso per il soccorso in montagna e siamo subito intervenuti“. “Dalla neve spuntava solo uno sci, era completamente sommerso, lo sentivamo gemere. Eravamo in quattro, ci siamo inginocchiati, scavando a mani nude fino a quando siamo riusciti a liberarlo – ha continuato a raccontare il ragazzo-. Aveva la bocca piena di neve, il mio amico gliel’ha tirata fuori, poi sono arrivati i soccorsi. La motoslitta della polizia e l’elicottero di Areu. Lo hanno portato via. Solo dopo abbiamo saputo che fortunatamente non aveva riportato ferite gravi”. Una vacanza che rischiava di concludersi nel più tragico dei modi, se nel posto giusto e al momento giusto non ci fossero stati loro: i giovanissimi atleti. “Grazie per la lettera, ci ha davvero commosso“, hanno infine commentato.