L’Europa resta nella morsa del Covid, ma gli eurodeputati hanno di che brindare: sono riusciti ad alzarsi rimborsi, emolumenti e fondi per pagare i collaboratori, alla faccia della crisi e della spesa sanitaria che corrono in tutta l’eurozona. Sembrano cronache marziane, ma arrivano solo da Bruxelles. Il 13 dicembre scorso, a mo’ di regalo di Natale, l’Ufficio di presidenza si è messo la mano sul cuore e ha dato corso all’articolo 69 dello Statuto dei deputati del Parlamento europeo che prevede la revisione annuale degli importi cui hanno diritto nell’esercizio del loro mandato parlamentare, vale a dire “indennità per spese generali, spese di viaggio e di soggiorno, nonché l’importo massimo rimborsabile per le spese di assistenza parlamentare”. Aumenti che non sono briciole perché indicizzati annualmente sulla base dell’inflazione registrata da Eurostat. Così succede che le indennità per spese generali di viaggio e di soggiorno, dal 1° gennaio 2022 aumenteranno del 4,4%. Un bel regalo per eletti che come stipendio percepiscono 7mila euro netti al mese oltre le varie indennità.

Dalla comunicazione dell’ufficio di Presidenza (leggi il documento) si apprende anche che anche le spese mensili per l’assistenza parlamentare possono aumentare fino all’1,9%, in linea con il tasso di adeguamento fissato dalla Commissione, fino a un massimale di 26.107 euro. Ma attenzione, non nel 2022 ma già a decorrere dal 1 luglio 2021: in pratica l’adeguamento è retroattivo. E’ tutto? Certo che no. Il meccanismo di revisione annuale tocca anche retribuzione e onorari degli assistenti locali secondo una precisa tabella, parametrata verosimilmente sugli stipendi degli eurodeputati dei diversi Paesi, che vede Francia, Austria, Belgio e Finlandia capolista parimerito con 8.917 euro, poi quelli italiani, svedesi, tedeschi e danesi. Penalizzati quelli dell’Est, come l’Ungheria e la Bulgaria che con 3117 euro è il fanalino di coda nella classifica degli aumenti.

A Bruxelles, peraltro, è stata messa a bilancio un’infornata di nuove assunzioni: l’Europarlamento ha già annunciato che nel prossimo anno assumerà 142 nuovi dipendenti interni e altri 180 esterni, per totali 322 nuovi impiegati amministrativi. La spesa prospettata ha fatto sobbalzare dalle sedie i membri del Consiglio dei ministri delle Finanze. Letta la cifra hanno mandato una richiesta di chiarimenti all’esecutivo, segnalando come quelle assunzioni “non sono in linea con lo spirito dell’accordo del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP)” e il Consiglio, dice una nota, “si attende dal Parlamento europeo la necessaria trasparenza nello stabilire le sue esigenze e nel fornire la motivazione”. Difficile dar loro torto, visto che il Parlamento Europeo – stando ai dati pubblicati sul suo stesso bilancio interno – conta già su un nutrito esercito di 7.820 dipendenti sparpagliati nelle tre sedi di Bruxelles (5.039), Strasburgo (293), Lussemburgo (2.188). Tranquilli, rassicurano dal Palazzo: non si sfonderà il budget – oltre due miliardi di euro – previsto per il 2022.

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