L’Italia sia allontana dagli obiettivi della decarbonizzazione. E’ quanto emerge dall’ultima analisi dell’Enea che evidenzia un netto peggioramento dell’indice Ispred (-35% rispetto al terzo trimestre 2020 e – 11% rispetto a luglio-settembre 2021 ). L’indice elaborato dall’Enea misura l’andamento della transizione energetica nel nostro Paese sulla base di sicurezza del sistema, prezzi dell’energia e, appunto, decarbonizzazione. “L’andamento molto negativo del nostro indice è legato principalmente all’incremento delle emissioni per il maggior utilizzo di fonti fossili soprattutto nei trasporti e negli edifici e mette in luce l’allontanamento dell’Italia dalla traiettoria di decarbonizzazione e dai nuovi obiettivi Ue (-55% emissioni al 2030), con consumi ed emissioni che nel 2021 crescono più del doppio rispetto alla media della zona euro”, commenta Francesco Gracceva, il ricercatore Enea che ha curato l’Analisi.
Come rimarca l’ente nazionale energia e ambiente “la transizione del sistema energetico italiano è in una fase di particolare difficoltà”. Il deciso calo dell’Ispred è legato a peggioramenti in tutte e tre le sue dimensioni, ma anche in questo trimestre è guidato in primo luogo dalla dimensione decarbonizzazione, il cui indice sintetico ha perso il 60% rispetto al terzo trimestre 2020. In Italia, dopo gli aumenti nei due ultimi trimestri, nei primi 9 mesi dell’anno è stata recuperata la metà delle emissioni di Co2 “perse” nel 2020, un dato per la gran parte attribuibile ai settori non-Ets (ossia che non partecipano al sistema europeo di scambi di diritti di emissioni, in sostanza le aziende di minori dimensioni, ndr), che hanno recuperato i 2/3 delle emissioni perse nel 2020, mentre nei settori ETS questa quota è inferiore a 1/5. Questi dati, combinati con l’innalzamento degli obiettivi 2030 di riduzione delle emissioni deciso in sede Ue (-55% rispetto al 1990), fanno sì che la traiettoria italiana risulti ora in deciso allontanamento dalla traiettoria di decarbonizzazione coerente con gli obiettivi.
Alla luce delle tensioni che permangono sui mercati energetici l’Enea si attende un ulteriore peggioramento dell’indice, per lo più a causa degli ulteriori rincari previsti in bolletta. Oggi le quotazioni di gas sul mercato hanno segnato un incremento del 6% superando i 145 euro al Megawatt/ora, avvicinandosi quindi al record storico. A spingere i prezzi sono le nuove riduzioni dei flussi lungo il gasdotto Yamal che porta il gas russo in Europa attraversando anche la Bielorussia. Pesano anche i timori per possibili nuove sanzioni statunitensi sul gasdotto North Stream 2 che collega direttamente Russia e Germania via mar Baltico, ormai pronto ma in attesa di via libera. Un gasdotto visto da sempre con diffidenza da Washington che lo considera elemento di ulteriore avvicinamento tra Mosca e Berlino. Scende viceversa il petrolio, oggi in calo di oltre il 4% a causa dei timori di rallentamenti economico (e quindi consumi di greggio) legati al diffondersi della variante Omicron.