Sono passati 15 anni dalla morte di Piergiorgio Welby e la battaglia per l’eutanasia legale portata avanti dall’Associazione Coscioni non è ancora conclusa. Chi aspetta da sedici mesi che venga applicato quanto stabilito dalla Corte costituzionale è Mario, 43enne marchigiano tetraplegico, e ottenere il suicidio assistito. Ilfattoquotidiano.it pubblica la sua ultima lettera per chiedere che il suo diritto venga rispettato.
Ciao a tutti, sono Mario, oramai saprete tutto di me e sarete stanchi di sentire parlare della mia storia che va avanti da 16 mesi. Che dire, non ho più parole per quanto sta accadendo, ma voglio raccontarvi le emozioni che ho provato in questo anno e più. È stato il periodo più importante, faticoso ed emotivamente più bello della mia vita, da agosto quando ho dovuto mettermi giù a preparare e scrivere tutta la documentazione necessaria sulla mia disabilità e la mia vita da consegnare agli avvocati per portare in tribunale per ottenere il suicidio assistito ho passato fino a giugno giorni interminabili. Ma poi è arrivata la decisione del tribunale che ordina all’Asur quanto stabilito dalla Corte costituzionale, mi ha dato ragione.
Io Mario ho il diritto di ottenere le verifiche sulla mia condizione e le modalità per procedere legalmente all’aiuto al suicidio assistito. Da lì un traguardo importante, dovevo aspettare una commissione medica che venisse a casa per controllare i requisiti richiesti, sembrava fatta ma più passavano i giorni e nessuno si faceva ne sentire ne vedere e insieme agli avvocati fummo costretti a scrivere al presidente del Consiglio, ministro della Salute, della giustizia, all’Asur marche con diffide, denunce, ma nessuno si degnava di rispondere fino ai primi giorni di settembre, quando ricevetti una telefonata che mi comunicò che dal giorno dopo per 4 settimane ogni mercoledì e giovedì sarebbe venuta la commissione medica a visitarmi e con grande emozione e felicità passai i controlli senza intoppi.
E anche questa passò, così aspettammo che le relazioni furono spedite al comitato etico scientifico, arrivarono e diedero parere positivo, ma né Asur e neppure il comitato etico avevano richiesto e fatto verifiche sul farmaco letale così insieme a una diffida affinché applicassero la decisione del tribunale di Ancona, gli spedimmo anche una relazione dettagliata su tutti i dubbi da loro espressi su di un farmaco che non si erano neppure degnati di far verificare. Sembrava finalmente fatta e invece ci troviamo di fronte a passarsi la palla uno all’altro come se nessuno sa cosa e come fare mentre io mi trovo con costanti peggioramenti fisici e dolori in aumento.
Quello che mi sta facendo più male è che mi stanno uccidendo dentro, nell’anima, psicologicamente mi stanno svuotando, ma quello che è peggio e che i responsabili sono le persone che fanno le leggi e ci chiedono a noi cittadini di rispettare, sono loro i primi a non rispettarle.
Mi sento tradito dallo stesso Stato ed è gravissimo il loro comportamento, io ho fatto tutto e di più nel rispetto delle regole e in questi 16 mesi ho dato tutto me stesso, andando sopra le mie possibilità, sopportando dolori, stanchezza fisica e mentale.
Non cerco pietà vorrei solo che mi fosse riconosciuto un diritto a me concesso dalla Corte costituzionale. Voglio chiedere al presidente del Consiglio, al ministro della Salute, della Giustizia se secondo voi la sentenza della Corte costituzionale va rispettata oppure per voi è una farsa. Se la commissione medica che mi ha visitato e inviato le relazioni al comitato etico scientifico è una farsa, se l’ok del comitato etico è una farsa. Anche questa mi chiedo perché fuori dai tribunali c’è scritto che la legge è uguale per tutti, ma forse per me no?
Abbiate il coraggio di dirmi: caro Mario per noi hai ragione, hai rispettano le regole ma non vogliamo farti fare ciò che una sentenza della Corte costituzionale ti ha concesso. Caro Mario se vuoi morire vai in Svizzera visto che avevi ricevuto il semaforo verde e spenditi quei 12mila euro che con tanti sacrifici ti sei messo da parte. Caro Mario per noi puoi staccarti dai sostegni vitali e morire soffrendo oppure con la sedazione profonda non ci importa nulla che la tua scelta è diversa. Caro Mario per noi puoi continuare a soffrire.
Mi state condannando gratuitamente a una tortura quotidiana che io non tollero più nella indifferenza di tutti voi. Sento ogni giorno parlare di rispetto delle regole, di diritti, di doveri, di disciplina, di senso civico, di libertà. Forse il mio problema è essere colpevole di innocenza. Io vorrei solo avere la possibilità di porre fine alle mie sofferenze nel mio Paese all’interno del Servizio sanitario nazionale premendo quel bottone, addormentarmi senza soffrire e morire nel modo più dignitoso possibile per me è i miei cari.
Spero in tempi brevissimi sì sblocchi questo ultimo passaggio perché non riuscirò ad aspettare altri 16 mesi, forse non vi rendete conto che ci sono malati che non hanno mesi di attesa, ma hanno ogni secondo della propria giornata interminabili fatta di dolore e sofferenza e non possono più aspettare, ogni vostro ritardo potrebbe essere troppo tardi.
Una cosa bellissima di questi mesi è stato il percorso fatto con tutti i legali che ho conosciuto e che mi sono stati vicini sì è instaurato sin da subito un rapporto di fiducia, rispetto, stima e anche amicizia, abbiamo lavorato insieme per un unico scopo, far rispettare un diritto acquisito.
Questa non è la battaglia di Mario e non sarà la vittoria di Mario, semmai sarà la vittoria di tutti iniziata da Piergiorgio, proseguita da Coscioni, portata avanti da Mina, Marco, Fabiano, Trentini, da tutti quelli che nel silenzio e nella indifferenza dello Stato ci hanno lasciato soffrendo o costretti ad esiliare all’estero, dimenticherò qualcuno, sarà una svolta per il nostro Paese sul fine vita perché ognuno di noi potrà scegliere nel rispetto delle regole quando porre fine alle proprie sofferenze quando si è affetti da una malattia inguaribile.
Io ci sto messo la mia storia sperando di arrivare in fondo e mi auguro in tempi brevissimi perché sono allo stremo delle forse fisiche e mentali e spero che chi deciderà di ripercorrere la mia strada i tempi siano cambiati perché vi giuro un malato grave non può e non deve aspettare 16 mesi, è inaccettabile e di una crudeltà inaudita.
ho dato mandato ai miei legali di denunciare i responsabili di tanta attesa e dolore, tortura di stato. Ora vi saluto facendo gli auguri di buon natale a tutti voi e le vostre famiglie, un abbraccio Mario