Il leader di Azione, già eletto a Bruxelles con le liste del Pd, aveva già annunciato la rinuncia al posto in Campidoglio dopo la sconfitta alle elezioni amministrative. "Ma c'era stata una levata di scudi e per un po' sono rimasto", ha detto a Radio Capital
Carlo Calenda ha annunciato che si dimetterà dal ruolo di consigliere comunale a Roma: eurodeputato eletto col Pd e poi fuoriuscito per fondare Azione, dopo aver perso le elezioni amministrative nella Capitale aveva annunciato che avrebbe tenuto “solo” il seggio a Bruxelles. Ma per un po’ è rimasto comunque in Campidoglio: “Avevo detto che se non fossi stato eletto sindaco me ne sarei andato dal consiglio comunale, per lasciare spazio a questo ragazzo molto in gamba che ha coordinato tutto il programma”, ha dichiarato a Radio Capital. “Poi c’è stata un’alzata di scudi ed io ho provato un po’ a stare in consiglio comunale però non riesco a fare un lavoro serio perché non è compatibile con il fare anche l’eurodeputato. Quindi lascerò il posto a Francesco Carpano, un ragazzo che non vede l’ora di fare questo dalla mattina alla sera e mi sembra più serio”.
Secondo quanto si apprende, Calenda dovrebbe formalizzare le dimissioni nelle prossime ore. “Mi dimetterò? Sì, c’ho provato ma è tutto organizzato in modo assurdo. Ti avvertono delle riunioni con pochissimo anticipo. È un lavoro che, per farlo, devi dedicargli il 100% del tuo tempo“. Nell’intervista a Radio Capital, Calenda ha rivelato di essere rimasto stupito dal modo di lavorare in consiglio comunale. “Io con tutta franchezza ci sono andato” in aula Giulio Cesare – ha detto -. Ho commentato le linee guida di Gualtieri, ho partecipato alle prime votazioni però non avevo mai sperimentato nella mia vita una cosa simile: la prima volta che sono andato sono arrivato all’orario stabilito ed eravamo in quattro. Premesso che lavorare così è sbagliato in assoluto ma sicuramente non lo può fare chi è un segretario di partito e un europarlamentare“.