Dopo l’approvazione da parte di Ema il vaccino Novavax passerà al vaglio dell’Agenzia italiana per il farmaco durante una riunione straordinaria della Commissione Tecnico Scientifica (Cts). Intanto anche l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha rilasciato un’autorizzazione all’uso di emergenza per NVX-CoV2373, ampliando la fornitura di vaccini validati contro il coronavirus Sars Cov 2. “Novavax è il vaccino più facile da maneggiare, poiché può essere conservato a temperature normali di frigorifero. Questo vaccino fornirà quantità molto elevate di dosi, fino a 1 miliardo di dosi all’anno, al programma Covax e ciò contribuirà a garantire che il mondo venga vaccinato il prima possibile” ha detto il responsabile della task force vaccini anti-Covid dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema), Marco Cavaleri.
Il vantaggio del vaccino di Novavax, “che ha più o meno lo stesso tipo di efficacia degli altri, sta nel diverso meccanismo di azione, questo ci mette a disposizione armi differenti che, almeno potenzialmente, possono essere utilizzate in situazioni diverse e potrebbe essere incrociato con altri, se si dimostrerà l’efficacia di questa strategia che in altri vaccini funziona. Questo elemento però – spiega all’Adnkronos Salute Silvio Garattini, presidente e fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano – ora non lo conosciamo”. Il vaccino Novavax, spiega Garattini, “invece di basarsi sull’mRna, si basa sulle proteine che una volta legate alle cellule dell’organismo, permettono di sviluppare una risposta immunitaria. È la stessa cosa che, in altro modo, fa mRna”. Una ‘diversificazione’ che nella strategia di una campagna vaccinale di massa “ha indubbiamente i suoi vantaggi”, dice Garattini. Altro punto a favore del nuovo prodotto è poi il presunto maggiore appeal verso i no vax. “Magari chi ha ‘allergie’ psicologiche verso mRna si convince, ma non è un vantaggio strettamente scientifico. Non si possono fare veramente paragoni e confronti con gli altri vaccini anti-Covid. Dipende dalla popolazione su cui sono stati studiati, su quale virus hanno incontrato, più o meno recente. Fare i confronti è impossibile, perché non siamo di fronte alla stessa cosa”, rimarca.
“È un vaccino che ha dimostrato efficienza e sicurezza pari ai precedenti, anche se a onor del vero non è stato testato contro la variante Omicron” di Sars-Cov-2 “quindi è difficile valutare quale sarà l’impatto su questa variante” dice l’infettivologo Roberto Cauda, consulente dell’Ema per le malattie infettive. “Questo è un vaccino più tradizionale – spiega Cauda – che ha la caratteristica di usare la tecnologia delle ‘proteine ricombinanti’ che è ormai molto collaudata. Per esempio il vaccino contro l’epatite B, e non solo questo, è stato fatto con questa tecnologia e parliamo di 20-30 anni fa. Quindi è un sistema che è stato già ampiamente impiegato. È una tecnologia – chiarisce l’esperto – che richiede più tempo e questo spiega perché, mentre per sviluppare gli altri vaccini c’è voluto qualche mese, per questo è stato necessario più di un anno. Come gli altri vaccini” anche quello di Novavax “contiene Spike”, l”arpione che consente al virus di agganciarsi alla cellula, “che nella fattispecie è nella forma di proteina mentre negli altri vaccini è in forma di Rna o Dna che poi produrrà la proteina“. Proprio per questo, è l’auspicio di Cauda, “è possibile che i riottosi che vedono di malocchio i vaccini genici possono in qualche modo cambiare idea e, fidandosi di una tecnologia più collaudata, aderire alla vaccinazione. Direi – afferma il medico – che ci sono tutte le premesse”. Ovviamente, precisa, “non esiste un vaccino privo di effetti collaterali, ma gli effetti sono in qualche modo noti e non diversi dagli altri” vaccini anti-Covid. “L’importante – sottolinea l’infettivologo – è che siano effetti collaterali accettabili e in una percentuale molto bassa“.