Ci sono voluti sette mesi di trattative e venticinque incontri. Ma alla fine l’Agenzia Rappresentanza Negoziale Pubbliche Amministrazioni e i sindacali hanno firmato il nuovo contratto per la funzioni centrali 2019-2021. All’interno ci sono aumenti da gennaio a partire da 90 euro lordi, cambiamenti nelle progressioni delle carriere, la nascita di una quarta fascia per i nuovi assunti con le risorse del Pnrr, polizze sanitarie facoltative, nuove regole per smartworking e lavoro da remoto, oltre a maggiori tutele in caso di malattie che richiedano successivi screening.
Secondo il ministro Renato Brunetta con questo accordo, “linfa del cambiamento, ridiamo centralità e dignità al capitale umano che muove la macchina amministrativa del Paese e che è stato protagonista indiscusso della tenuta italiana davanti alla tragedia della pandemia. La firma odierna, apripista per gli altri comparti, a partire da sanità ed enti locali”. Si tratterebbe quindi del primo passo per quel tanto ambito cambiamento della macchina amministrativa. Secondo la Funzione Pubblica della Cgil siamo di fronte ad “contratto innovativo e migliorativo che va di pari passo con l’evoluzione della società”.
Inoltre “si offrono possibilità storiche di riqualificazione professionale e di carriera, dopo una lunga stagione di blocchi della contrattazione e del turnover” come ha spiegato il segretario generale della Cisl Fp, Maurizio Petriccioli. Ma non mancano alcune ombre. “Se da un lato sono state migliorate in extremis le parti sul diritto alla salute e alla sicurezza e quasi raddoppiati i fondi per le carriere” dall’altro “avremmo preferito che la nostra azione riformatrice fosse ancora più incisiva” come spiega in una nota la Federazione Lavoratori pubblici e funzioni pubbliche, guidata da Marco Carlomagno.
Ma nel concreto che cosa cambia per circa circa 250mila lavoratrici e lavoratori nel triennio 2019-2021? Nelle 107 pagine del nuovo contratto delle Funzioni centrali, spuntano innanzitutto piccoli aumenti. “Dal punto di vista del trattamento economico – indica la Fp Cgil -, sono previsti incrementi retributivi, dal primo gennaio 2021, a partire da 90 euro, con un incremento complessivo pari a circa il 5 %, di cui il 3,78% sui tabellari. Anche i diritti e le tutele escono rafforzati dal nuovo contratto: è stata migliorata la disciplina sull’utilizzo dei congedi per le donne vittime di violenza, e per i genitori, ed è stato cancellato il limite di quattro mesi per le assenze senza riduzione dello stipendio dovute ad effetti collaterali da terapie salvavita”.
Cambiano anche le carriere dei dipendenti con l’inserimento di una quarta area di “elevate professionalità”, assimilabili ai quadri del settore privati. In questa categoria ricadranno i nuovi assunti della pubblica amministrazione che arriveranno per attuare il Piano nazionale di ripresa e resilienza con fasce di reddito comprese fra i 46mila e i 64mila euro lordi cui si aggiungeranno eventuali premi di produttività. Per quanto riguarda poi le promozioni, dovranno avvenire internamente senza la necessità di nuovi concorsi.
Quanto agli scatti di stipendio per i funzionari (2.200 euro l’anno), invece, ci saranno quattro riferimenti: l’anzianità di servizio, il merito, i titoli di studio e la formazione. Ma gli aumenti non saranno per tutti, bensì solo per un numero limitato di funzionari all’interno di ogni singola amministrazione. Sul fronte sanità, sono introdotte le polizze sanitarie facoltative. In più, come evidenzia Flp, “i malati oncologici, dializzati, di Covid dopo la guarigione e tutti gli altri malati che hanno avuto bisogno di terapie salvavita possano fare i controlli in malattia senza alcuna decurtazione salariale e non gravando sulle proprie ferie, come invece prevedeva il precedente contratto”. Le novità rilevanti arrivano sul fronte del lavoro agile.
La giornata lavorativa è stata suddivisa in tre macro aree: orario lavorativo (9,6 ore medie al giorno), contattabilità e disconnessione. Quest’ultima varrà dalle 22 alle 6 della mattina. Nella fascia di contattabilità, il lavoratore potrà rispondere alla email o alle telefonate, ma non sarà obbligato ad intervenire immediatamente. Come riferisce Flp, c’è stato il “superamento della fascia di operatività, con la definizione della fascia di contattabilità all’interno dell’orario di lavoro e non coincidente con esso e la previsione della corresponsione di specifiche indennità in sede di contrattazione integrativa”.
Inoltre “con la regolamentazione contrattuale dell’istituto verranno superate le linee guida emanate dalla Funzione Pubblica, e con esse, cadrà il principio di prevalenza del lavoro in presenza rispetto al lavoro agile. Infine vengono implementate altre forme di lavoro a distanza, tra le quali il telelavoro e il co-working”. Nel caso di smartworking, i lavoratori non potranno effettuare straordinario e ricevere i buoni pasto; in quello di telelavoro, invece, varrà l’esatto contrario rispettando l’orario di lavoro. È “un contratto con luci ed ombre, che sconta uno scenario di riferimento ancora contraddittorio, – conclude Flp – rischia di essere un’occasione se non perduta, comunque non in linea con le aspettative del Paese, con un Pnnr che per essere effettivamente realizzato e non solo enunciato, necessita di un cambio di passo più deciso, che nel testo non troviamo”.