I giudici hanno stabilito anche l’isolamento diurno per 9 mesi. L'imputato ha ascoltato la sentenza in silenzio e per tramite dei legali ha dichiarato di essere "vittima di un'ingiustizia"
La Corte d’assise di Busto Arsizio (Varese) ha condannato all’ergastolo Giuseppe Agrati, 74 enne di Cerro Maggiore (Milano), perché ritenuto responsabile dell’omicidio delle due sorelle Carla e Maria, morte nell’incendio della casa il 13 aprile 2015. I giudici hanno riconosciuto l’imputato colpevole di aver volontariamente appiccato l’incendio nel quale sono rimaste uccise le due donne e stabilito l’isolamento diurno per 9 mesi, oltre a una provvisionale di 60mila euro per le parti civili. Agrati, che ha ascoltato la sentenza in silenzio, per tramite dei suoi legali ha dichiarato di essere “vittima di un’ingiustizia” e ricorrerà in appello.
L’uomo era stato arrestato a novembre del 2019. Secondo quanto scrisse all’epoca il gip Agrati avrebbe agito per questioni di testamento. “Con il testamento di Carla e con la paventata sua intenzione di lasciare il proprio cospicuo patrimonio ai nipoti – scrisse il giudice – nulla sarebbe spettato all’Agrati che, non essendo legittimario in quanto fratello, non avrebbe potuto rivendicare alcunché”. L’inchiesta inizialmente sembrava destinata all’archiviazione: dai primi accertamenti tecnici e dalle risultanze testimoniali delle indagini della prima ora, infatti, secondo la procura non erano emersi indizi di colpevolezza tali da portare alla richiesta di rinvio a giudizio e aveva chiesto l’archiviazione, a cui si era opposta una nipote. La Procura generale di Milano aveva avocato il fascicolo. Con la riapertura delle indagini erano stati effettuati nuovi sopralluoghi, anche con la presenza della Scientifica, e il quadro emerso dal supplemento di inchiesta aveva portato la pubblica accusa a chiedere il rinvio a giudizio.