Un nuovo reality a Dubai a gennaio (i protagonisti raccontano e mostrano i loro talenti e verranno votati sulle piattaforme social), contenuti dedicati alla musica e alla cucina, un canale di notizie per combattere le fake news, il mondo del gaming, operazioni promozionali per il cinema, Giorgio Panariello che sbarca su TikTok (ma arriveranno anche altri artisti come Achille Lauro) e in mezzo una squadra di 500 talent che investono il loro tempo e il futuro in quella che sarà una delle professioni più appetibili (e redditizie) dei prossimi mesi: l’influencer marketing. Sono tutti progetti dedicati alla Generazione Z (ci si riferisce alla generazione dei nati tra il 1995 e il 2010) declinati con un’alta qualità dei video, delle grafiche e del lavoro di brainstorming con professionisti e che si pongono in netto contrasto con la logica delle tv generaliste. Tutto nasce e “muore” sul Web, ma con la grande capacità di saper parlare lo stesso linguaggio della Generazione Z che ormai ha abbandonato da anni la televisione a favore dello smartphone. La comunicazione è fondamentale, specie sui social e sulle piattaforme popolarissime come Instagram e TikTok. Ogni mezzo di comunicazione ha il suo linguaggio e non è pensabile creare crossover senza studio e progettualità. Un esempio? Sul versante musicale il boom dell’operazione su “Watermelon Sugar” di Harry Styles, utilizzato in Italia come tappeto musicale per i video su TikTok. Gli influencer hanno usato la musica dell’ex One Direction e come cassa di risonanza il brano si è sviluppato tra i milioni di follower, diventando un successo in classifica.
Noi di FqMagazine abbiamo cercato di capire come questi mezzi di comunicazione possano in qualche modo diventare competitivi rispetto alle piattaforme ricche come Netflix, Amazon o le reti generaliste dalla Rai a Mediaset. A far chiarezza su tutti questi punti e a spiegare i progetti legati alla Generazione Z Simone Giacomini, CEO di Stardust, una azienda che si è inserita nel mercato (con 9 milioni di fatturato in un anno e mezzo di vita), mettendo al centro il mondo dell’influencer marketing. Il risultato? Oltre 70 aziende hanno scelto Stardust per il loro posizionamento sui social e per sviluppare progetti digitali. Il primo progetto di successo che ha acceso i riflettori su una visione a 360 gradi sulle potenzialità di TikTok, Instagram, Twitch e YouTube è stato “Stardust House” (più nota come la “Villa di TikTok” che ha sede a Capriano, in Brianza), dove i talent vivono insieme tutto il giorno per produrre contenuti creativi e format editoriali. Diciannove talent (età compresa tra i 17 e 25 anni) tra cui George Ciupilan (visto ne “Il Collegio” e “La Caserma” su Rai Due ), Andrea Fratino (“La caserma”), Giorgia Yin, Samara & Co – per citarne alcuni – cellulari in mano lavorano con un team di 8 persone per indirizzare la loro creatività in format mirati ad un pubblico presente sui social e con un linguaggio ad hoc, a seconda delle esigenze dell’azienda.
I numeri? Sono stati prodotti oltre 1 milione di contenuti originali, 35 milioni di ore di watchtime e 15 miliardi di visualizzazioni crossplatform. Ma come vivono questi ragazzi e in tutto questo il loro lavoro come si concilia con la scuola? FqMagazine ha indagato e scoperto che i talent prescelti hanno condiviso con la famiglia il progetto, a patto di non tralasciare gli studi. Del resto, le prospettive economiche per un impegno di questo genere sono sembrate sia a genitori che figli reali e concreti. Quindi scuola alla mattina, macchina con autista a disposizione per rientrare alla Stardust House, compiti con un tutor e poi al lavoro sui format. A disposizione anche la possibilità di far sport (ci sono piscina e palestra) e altre attività ricreative nella living room. Una vera e propria “setta” creativa che ha dimostrato un modo diverso di concepire la comunicazione. Sulla scia del successo di questo nuovo approccio nascerà Starworks, la prima Academy per la formazione di nuovi influencer in Italia. Per tre weekend, sei città italiane (Milano, Napoli, Roma, Palermo, Venezia e Bari) saranno messi a disposizione corsi di web marketing, scrittura creativa, storytelling, editing video e fotografico attraverso la collaborazione di docenti selezionati. I corsi intensivi avranno la durata di 12 ore, suddivise in due giornate di lezioni no-stop. L’obiettivo è quello di formare professionisti che possano lavorare su format con idee precise e non disperdendo la creatività.
Ad accorgersi che il mondo sta cambiando molte agenzie che curano personaggi televisivi e musicali, come ad esempio Friends & Partners che con Giorgio Panariello ha investito sul suo sbarco sulle piattaforme Twitch e Tik Tok con il primo format originale digitale: “From Boomer to Zoomer”. L’attore ha vissuto per una settimana da inquilino “fuori corso” della Stardust House. Una full immersion con la Generazione Z e i talenti che la abitano, con l’obiettivo di imparare tutto quello che c’è da sapere su TikTok e i social, tra sketch e balletti virali. “C’è un distacco generazionale tra quelli come me e questi ragazzi. Vorrei colmare questo divario e capire cosa posso imparare, cercando di raccontare la mia esperienza.- ha detto Panariello – Siamo venuti qui per fare uno scambio di visioni (…) vi vedevo stare davanti al telefonino e punto. Invece mi sto rendendo conto che siete dei ragazzi creativi”.
Il mondo della televisione generalista è pronta per un cambio così drastico della visione di insieme della fruizione del mezzo da parte della Generazione Z? La creatività corre più forte della luce e la mente è già tutta rivolta al 2022. Il Festival di Sanremo 2022 sarà, infatti, raccontato dai creator per conto di due importanti case discografiche. Gli artisti del Festival dunque saranno raccontati con una chiave diversa e dinamica. “Molto dipende anche dal feeling che il creator avrà con l’artista – conclude Simone Giacomini – e noi ci teniamo a scegliere la persona giusta da affiancare affinché nessuno rimanga scontento e si possa stimolare la creatività anche di persone di un’altra generazione”. Ma nel futuro può davvero esserci competizione tra la tv e i social? “La Generazione Z, ad esclusione di Amici di Maria De Filippi, non guarda la televisione ormai da anni. Lo streaming è la chiave di tutto. Non credo ci sia competizione. Sono proprio due mondi diversi”.