di Gennaro Siciliano
Quando passano un po’ di mesi, nonostante tu abbia potuto leggere di politica, succede, a noi italiani in forma notoriamente più acuta e a me particolarmente, una sostanziale perdita di memoria. Sappiamo tutti oramai che ricordare gli accadimenti passati è utilissimo per tentare di comprendere le dinamiche odierne, o per provare quanto meno a tradurre le dichiarazioni e le scelte che questo o quel politico compie, con più o meno faccia tosta. Ma niente, la nostra memoria è labile. Forse non vogliamo ricordare, proprio perché a volte basta porre l’attenzione sul singolo passaggio politico per provocare ai più sensibili come me un accenno di vertigine; figuriamoci vedersi ricapitolare tutto ciò che è successo dalle ultime politiche ad oggi. E’ ciò che è accaduto il 20 dicembre sera al Teatro Garden di Rende (CS), dove Marco Travaglio (dopo un rinvio dovuto allo sciopero dei sindacati) ha portato il suo spettacolo tratto dal suo libro “I segreti del Conticidio” (di cui posso vantare ad oggi una fiammante copia autografa) “Il Conticidio dei Migliori”.
Ripercorrere i passaggi dei due governi Conte, la fase iniziale della pandemia, i pastrocchi di Gallera e co., i tentativi continui di screditare Conte, titoloni alla mano, nonostante stesse gestendo con responsabilità ed efficacia momenti dei più difficili dal dopoguerra ad oggi, tutte le manovre per farlo cadere perché i 209 miliardi del Recovery Fund, poi Plan ora Pnrr, facevano e fanno gola a moltissimi. Gratteri ha dichiarato che per le mafie è un momento meraviglioso, sono tutti pronti a fiondarsi sui soldi del Pnrr come un bracco fa col fagiano. Figuriamoci se avessero consentito di gestire anche solo un decimo di quei denari sonanti a gente per bene. Ricapitolare mi è servito proprio a questo. Comprendere che ben poche speranze ci sono ad oggi di vedere degli investimenti seri, mirati alla tutela dell’ambiente (col nucleare che ci viene riproposto nonostante un referendum l’abbia già bocciato), del territorio, mirati ad evolvere la scuola, la sanità, soprattutto al Sud, a Cosenza magari, città in cui i malati vivono una situazione disastrosa e dove un singolo ospedale (Ospedale Civile dell’Annunziata) deve servire decine di migliaia di persone, con un unico pronto soccorso, il cui ingresso potrebbe coincidere con l’Antinferno Dantesco: “Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate.”
Dopo quella sera ho avuto una riprova, visto il bisogno, di come il mestiere del giornalista sia di fondamentale importanza, anzi indispensabile. Se Conte è risultato, nei momenti più catastrofici e complessi, una persona responsabile e affidabile, Travaglio si è dimostrato col suo lavoro, oltre che meravigliosamente ironico, capace di un’attenta analisi, sempre interessante, cane da guardia, sistema d’allarme pronto a scattare ogni volta che serve, documenti alla mano. Sapere che ci sono persone così a lavoro qui dove vivo mi rende un pochino più sereno, nonostante a lavoro ci siano loschi individui che trafficano, celati dalle tenebre, come mangiamorte Potteriani, per accaparrarsi tutto, tentando di corrompere chiunque, convinti forse che nell’aldilà (per chi ci crede) potranno portarsi tutti i denari che stanno rubando.