Anton Giulio Mancino /Pino Donaggio – Come sinfonia (Baldini+Castoldi) - 6/10
Breve intervallo di una volta. Burano, le calli e sotoporteghi veneziani. Più il silenzio del lockdown. Musica da cinema per i grandi cineasti, musica leggera anni sessanta popolarissima, musica classica che respira in sottofondo per metà Novecento. Sono gli ottant’anni di Pino Donaggio raccontati in una biografia delicata, fragile e preziosa come una cristalleria (di Murano). Quel violinista enfant prodige in una famiglia di musici che negli anni trenta/quaranta faceva la spola con l’Istria, l’idolo pop a Sanremo nel 1965 con Io che non vivo (80milioni di copie vendute nel mondo con Elvis che la rifà da devoto scolaretto), il finissimo cesellatore armonico con quel tema di Carrie – Lo Sguardo di Satana dove un flauto cerca requie dal sangue impazzito che sgorga nel film. Un capolavoro senza tempo da ascoltare e riascoltare. Donaggio compose otto colonne sonore per i film di Brian De Palma, ma non lesinò collaborazioni con altri colleghi della cerchia dei movie brats per poi regalare composizioni anche in Italia (Placido, Ferrara, Rubini, Ciprì). Eppure nella biografia in questione sembra un uomo privo di quel narcisismo tipico del settore, pacato, aulico, riservato. Tanti gli aneddoti, tante le notazioni a margine dello showbiz, tanto il rispetto per la fortuna che piomba all’apice della propria espressione del talento. Anche se Come sinfonia (altro brano di Donaggio imperdibile) pulsa di un ritmo soave e ascetico che Mancino, il co-autore, confidente, prossimo, gli dona inframezzandosi alle parole di Donaggio per un libro imponente da studiare a memoria. Per chi non ricorda la musica di Donaggio qui Io che non vivo e qui i tema di Carrie che fa venire i brividi.