Noi di FQMagazine abbiamo quindi deciso di approfondire i concetti alla base del mindufl eating e la loro applicazione in particolare in queste festività natalizie con Paola Iaccarino Idelson, nutrizionista e autrice insieme alla chef Marina Mosca del libro “Mindful Kitchen”
“Seduti intorno ad un tavolo si manifestano molte nevrosi, incomprensioni, pesanti silenzi e ricatti celati da bocconi non mandati giù. Ogni famiglia ha le sue dinamiche, ogni famiglia ha le sue psicopatologie“. Per molti le festività natalizie equivalgono a giornate intere passate a tavola, a mangiare ogni ben di Dio con amici e parenti: la prassi vorrebbe che queste occasioni conviviali siano fonte di gioia e spensieratezza ma non sempre è così, anzi. Con il risultato che ci si ritrova, all’indomani, nervosi e pronti a fare ricorso alle più estreme e – diciamolo – inutili diete detox. Non disperate (e soprattutto non andate a caccia di soluzioni che promettono di abbattere “miracolosamente” la pancetta) ma piuttosto interessatevi al mindful eating, una nuova pratica che applica i principi della mindfulness alla sfera dell’alimentazione. In sostanza, si tratta di approcciarsi all’alimentazione con consapevolezza, per poi allargare lo sguardo dal cibo a noi stessi, in modo sano e sereno. Una filosofia utile per ridurre le tensioni che si possono creare a tavola, non solo in vista di pranzi e cene di Natale, ma durante tutto l’anno. Con un approccio più consapevole all’alimentazione, avremo modo di osservare meglio i nostri atteggiamenti e riconnetterci con il nostro corpo, così da comprendere i suoi reali bisogni, riscoprire il senso di sazietà e cosa ci fa stare davvero bene. E questo, ovviamente, va a tutto vantaggio della linea: numerosi studi scientifici hanno infatti accertato come proprio il cibo sia la prima valvola di sfogo dello stress e come la componente emotiva giochi un ruolo cruciale nel nostro modo di mangiare. Noi di FQMagazine abbiamo quindi deciso di approfondire i concetti alla base del mindufl eating e la loro applicazione in particolare in queste festività natalizie con Paola Iaccarino Idelson, nutrizionista e autrice insieme alla chef Marina Mosca del libro “Mindful Kitchen” (Enrico Damiani Editore).
Premendo innanzitutto il tasto “PAUSA”. L’alimentazione consapevole non è un dogma, né una regola, né una dieta. E’ un approccio che riguarda l’ascolto e l’osservazione di sé e di quello che ci circonda. E per imparare a fare questo bisogna innanzitutto rallentare e osservare e osservarsi senza giudizio. (Paola Iaccarino Idelson)
Bastano “cinque passi” per iniziare ad approcciarsi al cibo in modo più attento. Quali sono gli aspetti importanti che spesso trascuriamo?
Partendo dall’osservare dove ci troviamo, in che luogo e in che tempo possiamo iniziare ad essere consapevoli di cosa la natura ci offre. Il secondo passo è imparare a metterci in ascolto con noi, il nostro corpo, le nostre emozioni e la nostra mente e imparare a riconoscere i diversi tipi di fame che sentiamo in quel momento. Questo ci renderà liberi di scegliere. Il terzo passo è fare la spesa, cioè porre attenzione all’organizzazione di ciò che vogliamo mangiare e dove procurarcelo. Spesso poniamo poca attenzione a questo aspetto e ci ritroviamo ad essere distratti da un pensiero continuo che ci darà fastidio per un tempo troppo lungo, e cioè: “Cosa mangerò oggi? Cosa preparo?”. Se invece, mi fermo, anche 10 minuti alla settimana, faccio una lista di cosa comprare e dove, la mia mente sarà più libera e sgombra da pensieri inutili. Il quarto passo è cucinare. Quando si dice “non so cucinare” mi viene sempre in mente la frase che mi diceva la mia maestra di canto “tutti sono intonati, non è vero che non sai cantare”. Credo che sia la stessa cosa: se mettiamo la giusta attenzione le pietanze ci verranno quasi sicuramente saporite. La cucina è come una meditazione e il vantaggio è che se non “meditiamo”, cioè se non stiamo in quello che stiamo cucinando, se non poniamo attenzione momento per momento il risultato della nostra cucina non sarà meraviglioso. Infine il quinto passo è mangiare. E essere presenti a noi stessi, a tutte le fami che ci stanno muovendo, alle sensazioni fisiche che stiamo provando (compreso il gusto, il tatto, il suono del cibo), alle emozioni che ci hanno portato a mangiare e ai pensieri che la nostra mente sta producendo mentre mangiamo, essere presenti a tutto ciò è semplicemente rivoluzionario. Quante volte ti è capitato di farlo? (Paola Iaccarino Idelson)
Ci date qualche consiglio per pranzi e cene delle Festività Natalizie?
Approfittiamo delle festività natalizie per sbirciare tra la storia delle nostre tavole, familiari e territoriali. Sarà bello cimentarsi in preparazioni dimenticate, sapori lontani e ingredienti antichi. Ogni piatto avrà qualcosa di speciale, porterà con sé la sua storia, qualche aneddoto oppure un ricordo.
Come si può riuscire a mantenere un’alimentazione consapevole quando si va a cena fuori o si è invitati?
Molto spesso le persone che seguono il protocollo di Mindful Eating dicono che non riescono ad immaginare di applicare quello che hanno imparato se stanno in compagnia. Il paragone che mi ritrovo a fare per spiegare il meccanismo è sempre quello di imparare una lingua straniera. All’inizio del nostro apprendimento ci risulterà difficile parlare in maniera fluida, ci metteremo un tempo interminabile per dire anche una semplice frase. Ma con l’allenamento la cosa cambia, saremo sempre più in grado di capire cosa ci stanno dicendo in quella lingua prima sconosciuta e saremo in grado di fare una conversazione soddisfacente anche in gruppo prendendo un aperitivo. Stessa cosa per il Mindful Eating. Con l’allenamento saremo in grado di porre attenzione contemporaneamente a tutti gli stimoli che ci portano a mangiare (a tutti i tipi di fame) e a valutare, anche in compagnia, cosa e quanto mangiare. Possiamo anche coinvolgere le altre persone a fare gli esercizi che abbiamo imparato in forma di gioco. (Marina Mosca)
Quali sono gli errori da evitare, in particolare in questo periodo?
Evitate di cimentarvi in preparazioni complesse che non avete mai sperimentato prima. Meglio proporre un menù semplice, curato e senza eccessi. Ricordate che il cibo è un piacevole pretesto per stare insieme. Nei giorni di festa è alla fame del cuore che bisogna dare maggiore ascolto. (Paola Iaccarino Idelson)
Come si può quindi iniziare a mangiare con consapevolezza resistendo alla tentazione di abbuffarsi?
Oltre a tutto quello che abbiamo detto finora, un sistema molto efficace è ascoltare lo stomaco. Se riusciamo ad essere in contatto con il nostro stomaco, a porre attenzione a quanto lo stomaco sia vuoto o pieno in questo momento e quale volume di cibo lo stomaco ha bisogno per sentirsi piacevolmente pieno riusciremo sicuramente a non abbuffarci, ma a mangiare il giusto per noi. (Marina Mosca)
Cos’è la “Psicopatologia della tavola familiare”?
E’ il titolo di un paragrafo del nostro libro. Scrivendo ragionavo sulla stretta relazione tra cibo e amore e di quanto spesso attraverso il cibo si esprime un sentimento, una cura che non si riesce a dimostrare e a manifestare in altro modo. Oppure, al contrario, si sottovaluta il momento conviviale della tavola perdendo un’importante occasione di dialogo. Seduti intorno ad un tavolo si manifestano molte nevrosi, incomprensioni, pesanti silenzi e ricatti celati da bocconi non mandati giù. Ogni famiglia ha le sue dinamiche, ogni famiglia ha le sue psicopatologie. Interessante sarebbe osservarle, senza giudizio e avere il coraggio di cambiare un piccolo meccanismo di quell’ingranaggio per stupirsi di come anche un minimo gesto possa avviare una rivoluzione. (Paola Iaccarino Idelson)