“Che i grillini siano cambiati lo vedo dal fatto che hanno fatto un emendamento ad hoc per cambiarsi la legge sul finanziamento pubblico ai partiti”. Matteo Renzi sembra sicuro: il Movimento 5 Stelle ha sfoderato un trucchetto degno della peggior politica, infilando nella manovra una postilla per rientrare nei termini che gli consentirebbero di ottenere i fondi del 2xmille già nel 2022. “L’avessi fatto io mi sarei beccato un avviso di garanzia“, si indigna il leader di Italia Viva intervistato da Repubblica, forse imbeccato dalla ricostruzione di alcune agenzie di stampa. Senza sapere che, in un certo senso, “l’ha fatto lui” per davvero. Perché l’emendamento incriminato – il 7.0.30, approvato mercoledì in Commissione Bilancio al Senato – porta la firma della sua senatrice Donatella Conzatti. E soprattutto non ne porta nemmeno una dei 5 Stelle. “Quella di Renzi è un’accusa totalmente infondata, l’emendamento non c’entra nulla con noi”, dice al fattoquotidiano.it il relatore pentastellato della manovra, il presidente della Commissione Daniele Pesco. In più, la norma non riguarda affatto il finanziamento pubblico, ma solo quello privato.

Se Renzi avesse letto l’emendamento che attacca, infatti, saprebbe che non ha niente a che vedere col 2xmille. O meglio, la legge è la stessa (la 149 del 2013 che ha abolito i rimborsi elettorali) ma la norma è diversa: in questo caso si interviene sull’articolo 11, che disciplina le “detrazioni per le erogazioni liberali in denaro in favore di partiti politici”. L’articolo 12 – quello sul 2xmille – non è mai citato. “I partiti politici che hanno presentato oltre i termini la richiesta per accedere, per l’anno 2021, al finanziamento privato in regime fiscale agevolato di cui all’articolo 11 (…) possono produrre una nuova istanza per essere ammessi al beneficio entro 30 giorni dall’entrata in vigore della presente legge”, recita la modifica fatta approvare (all’insaputa del capo) dalla senatrice di Italia Viva. Per chiedere le detrazioni per i donatori, però, bisogna essere già iscritti nell’apposito registro, mentre il Movimento (che vuole iscriversi per accedere al 2xmille) deve ancora ottenere il nullaosta dalla Commissione di garanzia sugli statuti (ma in ogni caso i contribuenti non potranno destinargli i fondi prima del 2023, come ha raccontato questo giornale).

Oltre all’esponente renziana (che non ha risposto alla richiesta di chiarimenti del fatto.it), i firmatari dell’emendamento sono gli autonomisti Dieter Steger, Luis Durnwalder e Albert Laniece. A quanto si apprende, lo scopo è quello di permettere ad alcuni partiti a dimensione regionale di accedere agli sgravi fiscali per chi li vuole finanziare in forma privata. Lo si capisce anche dalla relazione che ha accompagnato la presentazione: “Il funzionamento della macchina amministrativa e burocratica di molti partiti politici avviene – soprattutto per i partiti più piccoli – attraverso l’impegno di personale assunto a tempo determinato e quindi non in possesso dell’esperienza necessaria (…) Inoltre spesso ci si avvale di persone volenterose che, gratuitamente e in forma di servizio, mettono il loro tempo a disposizione”, si legge. Gli autonomisti lamentano che “l’irregolare invio della richiesta annuale (…) provoca senza alcun preavviso l’esclusione dall’elenco e quindi la perdita di ogni agevolazione finanziaria, una conseguenza decisamente spropositata, considerando che lo stesso partito magari è stato sempre iscritto al registro”. Una descrizione che difficilmente si adatta al Movimento 5 Stelle (che come detto deve ancora iscriversi).

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