Un non vaccinato over 80 corre un rischio di finire in terapia intensiva 85 volte maggiore rispetto a una persona della stessa età che ha ricevuto tre dosi. E le possibilità sono enormemente più alte anche comparando altre fasce di popolazione: 12,8 per i 60-79enni e 6,1 per i 40-59enni. Le ultime stime aggiornate dell’Istituto superiore di Sanità confermano come la dose booster moltiplichi le difese dal rischio di sviluppare una malattia grave nel caso in cui si venga contagiati dal virus.
E ancora: tra i non vaccinati il tasso di decesso – nel periodo 29 ottobre-28 novembre – è di 23,4 per 100.000 persone, tra i vaccinati oscilla tra 1,6 di chi ha ricevuto la terza dose e 3,1 di chi ha fatto due somministrazioni da più di 150 giorni. Differenze enormi anche per le ospedalizzazioni e le terapie intensive: il tasso dei ricoveri in ospedale tra i No vax è di 118,1 per 100mila persone e di 16,5 quello dei ricoveri in terapia intensiva, mentre nella popolazione vaccinata oscillano rispettivamente tra 9,4-20,5 e 0,8-1,4.
I dati sono contenuti nel Report esteso del monitoraggio settimanale dell’Iss, nel quale viene confermato anche come l’età scolare resti quella in cui Sars-Cov-2, al momento, circola maggiormente. Il 26% dei casi totali in Italia è infatti stato diagnosticato nella popolazione under 20. Non solo: “Il 48% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nella fascia d’età 6-11 anni, il 36% nella fascia 12-19 anni e solo il 11% e il 5% sono stati diagnosticati, rispettivamente tra i 3 e i 5 anni e sotto i 3 anni”.
Sars-Cov-2 – come fotografato già dall’emergenza legata alle numerosi classi di scuola elementare in quarantena – attecchisce soprattutto nelle aule dei più piccoli, una fascia di popolazione che fino a poche settimane fa non era eleggibile alla vaccinazione. In sostanza, un caso su 8 riguarda bambini tra i 6 e gli 11 anni.
Tuttavia la ripresa della curva epidemica, ad avviso dell’Iss, è ormai aggressiva in tutta la popolazione. “Nelle ultime tre settimane – si legge nel report – si è osservato un aumento dell’incidenza settimanale in tutte le fasce d’età”. E dalla seconda decade di ottobre, continua l’Istituto superiore di sanità “si osserva un costante aumento dell’incidenza nelle fasce di età 0-9, 10-19, 20-29, 30-39 e 40-49 anni” raggiungendo nell’ultima settimana “valori superiori a 250 casi per 100.000 abitanti”. Solo tra gli over 80 “rimane compresa tra i 100 e i 150 casi per 100.000 abitanti”.
Riguardo alle terze dosi, mentre si certifica un nuovo calo dell’efficacia di due dosi a 5 mesi ora stimata al 30,1% nella prevenzione dal contagio, l’Iss segnala anche come il suo beneficio si evidenziato anche nel confronto tra gli operatori sanitari e il resto della popolazione: “A seguito della somministrazione della dose booster, si è osservata una diminuzione della percentuale dei casi” negli operatori sanitari. “Sebbene nell’ultima settimana – spiega l’Iss – si sia registrato un leggero aumento del numero di casi diagnosticati tra gli operatori sanitari (1.391 vs 1.193 della settimana precedente), la percentuale di casi sul totale dei casi riportati risulta ancora in diminuzione dal 1,6% della settimana precedente al 1,4%”.