Non sembra, ma dieci anni passano in fretta. Avevo ottenuto il passaporto un paio di mesi prima di partire alla volta del Niger. Chi avrebbe mai immaginato di vivere una decade nel Paese dove sono sbarcato il mese di aprile del 2011. La data di scadenza del documento è stata ampiamente superata. Il solo documento valido attualmente in mio possesso è il permesso di soggiorno, rinnovabile ogni anno a determinate condizioni.
La mia libera mobilità si trova di colpo mortalmente colpita: senza un passaporto valido è impossibile viaggiare regolarmente al di fuori del Paese. Ma anche all’interno del Paese, da tempo ormai, è complicato spostarsi liberamente per chi ha una nazionalità ‘occidentale’ o si trova ad avere un altro colore. La storia è strana davvero, ci sono corsi e ricorsi e avvenimenti non programmati che fanno sorridere persino la sabbia, notoriamente abituata al detto che tutto cambi perché niente, in fondo, cambi.
Nascere in un Paese o in un altro non è affatto innocente. Il luogo, oltre le retoriche del mondo villaggio e della sedicente globalizzazione che tutto avrebbe normalizzato, conserva un’importanza cruciale per la vita reale di una persona. La speranza di vita, la cultura, l’affiliazione religiosa, l’educazione, le opportunità di lavoro, le prospettive matrimoniali, i viaggi e in genere la qualità della vita sono legate al fattore geografico fin dalla nascita. Casualità, causalità, imponderabile lotteria senza numeri preferenziali, provvidenza divina o semplice e inquestionabile destino segnato.
Tutto questo e molto altro ancora, per riconoscere e accettare che la porzione di terra nella quale si è nati deciderà molto del nostro futuro. Anche la mobilità, dunque, sarà in funzione del luogo nel quale il documento di viaggio del cittadino è stato confezionato. La nazionalità allora aprirà o fermerà le frontiere di transito o di destinazione del cittadino.
Per le nazionalità, che i più ricchi possono comprare, è stata stilata la classifica dei Paesi a seconda della qualità delle nazionalità che permettono, ai loro detentori, di muoversi con maggiore o minore facilità nel mondo. Il rapporto in questione, pubblicato l’anno scorso, suddivide i Paesi in cinque liste a seconda dei parametri interni, legati alle possibilità economiche, allo sviluppo umano, alla pace e la stabilità. Ci sono poi i parametri esterni, quali la facilità a ottenere i visti necessari e le condizioni per stabilirsi nel Paese. Il documento organizza i Paesi del mondo in categorie che variano dalla più alta alla meno alta qualità.
Il grafico, opportunamente colorato, rappresenta il passaggio dai più ai meno qualificati in termini di nazionalità. Nel Nord del Mondo, senza sorpresa, appare la più marcata e pregiata nazionalità. L’Africa è classificata nella zona di ‘bassa qualità’ con l’area orientale e centrale al suo interno di bassissima qualità.
Anche per questo Jean ha abbandonato sei mesi or sono il nativo Camerun perché non poteva pagarsi la macchina saldatrice. Ed è per comprarne una nuova che voleva raggiungere la Spagna passando dal Marocco. Attraversata la Nigeria approda a Cotonou nel Benin e per pagarsi la tappa seguente lavora come ‘manicure’, poi a Malanville carica barre di ferro sui camion e a Dosso nel Niger, per lo stesso motivo, fabbrica pane e dolci. A Niamey, la capitale, viene imbrogliato e derubato del passaporto, dei soldi, dello zaino, del cellulare e del progetto di continuare il viaggio.
Da una settimana deve giustificare la sua nazionalità e ricorda solo il numero Whatsapp della sorella minore rimasta nel Paese. Suo padre è morto nell’infanzia e sua madre è deceduta da due mesi. Jean ha 24 anni e possiede tutto il tempo per saldare i conti con la sua vita. Il mio passaporto, invece, è scaduto dal passato mese di febbraio ed è solo la sabbia del Niger che, nella complicità, mi ha offerto un permesso di soggiorno, rinnovabile.