La decisione del governo, ha affermato il commissario straordinario all'emergenza, "darà un ulteriore impulso alla campagna. Stiamo correndo per cercare di arginare la variante Omicron. Mi preoccupano ancora gli indecisi, quei 5 milioni e 750 mila che potrebbero dare una mano ad arginare il virus e soprattutto queste varianti"
L’ultimo rapporto dell’Istituto superiore di sanità parlava di terapie intensive ormai a livello critico, poco oltre la linea rossa del 10%. I dati aggiornati forniti dall’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali mostrano come il superamento del limite sia ormai consolidato e l’allarme si stia allargando anche ai reparti ordinari Covid, con nove tra regioni e province autonome che hanno oltrepassato entrambe le soglie. Per rispondere all’aggravarsi della situazione sanitaria, il commissario straordinario per l’emergenza, generale Francesco Paolo Figliuolo, ha annunciato che sarà il 10 gennaio la data dalla quale sarà possibile somministrare le dosi booster già 4 mesi dopo la seconda iniezione.
Nell’ultimo report fornito da Agenas, emerge che a livello nazionale il tasso d’occupazione delle rianimazioni è ormai al 12%, due punti oltre la soglia critica del 10%, mentre quello negli altri reparti tocca ormai il limite del 15% al 26 dicembre. Sono 9 le regione che superano le soglie critiche in entrambi i parametri (intensiva e area medica): si tratta di Calabria (16% intensive e 28% in altri reparti), Friuli Venezia Giulia (17% intensive e 22% area medica), il Lazio (14% intensive e 15% reparti), Liguria (19% intensive e 27% reparti), Marche (15% intensive e 21% reparti), provincia autonoma di Bolzano (19% intensive e quota 15% reparti), provincia autonoma di Trento (22% intensive e 18% reparti), Piemonte (14% intensive e 17% reparti) e Veneto (16% intensive e 18% reparti). Tranne Lazio e Piemonte, le altre 7 sono già in zona gialla, mentre la Lombardia è oltre soglia per i posti occupati in terapia intensiva, con il 12%, ma è dentro soglia del 15% per gli altri reparti, con il 14% di occupazione.
Per quanto riguarda le altre regioni, l’Abruzzo è al 12% di intensive e 11% in area medica, poi ci sono la Basilicata (1% intensive e 13% reparti), Campania (5% intensive e 13% di occupazione nei reparti), Emilia Romagna (12% intensive e 13% reparti), Molise (5% intensive e 9% reparti), Puglia (5% occupazione posti in rianimazione e 6% in reparto), Sardegna (6% rianimazione e 8% reparti), Sicilia (9% intensive e 17% reparti), Toscana (13% intensive e 9% reparti), Umbria (10% intensive e 12% reparti), Valle d’Aosta (3% intensive ma 30% di occupazione posti in area non critica).
La risposta del governo arriva per bocca del generale Figliuolo che, in visita all’hub vaccinale nella caserma degli Alpini Vian di Cuneo, conferma le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi su un ulteriore riduzione dei tempi minimi tra la seconda e la terza dose di vaccino, individuando nel 10 gennaio la data da cui far scattare le nuove regole. “Darà un ulteriore impulso alla campagna – ha affermato – Stiamo correndo per cercare di arginare la variante Omicron. Mi preoccupano ancora gli indecisi, quei 5 milioni e 750 mila che potrebbero dare una mano ad arginare il virus e soprattutto queste varianti. Siamo quasi al 90% tra prime dosi e guarigioni da almeno sei mesi, però in quella fascia, specie tra i 30 e i 59 anni, ci sono ancora diversi milioni di persone che potrebbero essere raggiunte dalle inoculazioni”.
Il generale conferma che “la Omicron è molto più contagiosa rispetto alla Delta, qualcuno dice fino a 5 volte, fortunatamente per ora non si stanno avendo evidenze cliniche di gravità, però è chiaro che chi ha fatto la vaccinazione completa e soprattutto chi ha fatto il booster è molto coperto rispetto alla Omicron. Non vediamo per ora in persone che hanno fatto il booster ospedalizzazioni o effetti nefasti”.