Non poteva che trovare il suo “bis” l’unica supereroina tricolore che, volando sulla scopa della nostrana tradizione, ambisce a diventare (anche) personaggio da cine-esportazione. Perché La Befana vien di Notte 2 – Le origini, nelle sale dal 30 dicembre, è trainato dalla diva international Monica Bellucci, garante di beltà femminile Made in Italy capace tuttavia di mutare in strega (o fata) all’occorrenza. Una trasformazione che, evidentemente, piace parecchio a Monicà, alla sua seconda volta nei panni di un’entità magica dopo I fratelli Grimm di Terry Gillliam (2005) e se vogliamo anche terza considerando la dea etrusca cucitale addosso da Alice Rohrwacher ne Le meraviglie (2014).
Prequel del film del 2018 diretto da Michele Soavi, Befana 2 ha in comune con il precedente solo la presenza di Nicola Guaglianone a firmare la sceneggiatura, stavolta però con Menotti e su libero adattamento del romanzo di Sarah Spinazzola. Tutto il resto è novità, a partire dalla scelta di affidare la regia al talento di Paola Randi, l’unica cineasta italiana a suo agio con il genere fantasy/fantascientifico declinato però sull’empatia nazional-popolare, e da un cast singolare che vede Madame Bellucci affiancata dal “villain sfigato” Fabio De Luigi e dall’esordiente Zoe Massenti, una giovanissima forza della natura scoperta da Guaglianone stesso “a Roma Est”, nei panni della vera protagonista di questo viaggio nel passato. La storia prova infatti ad immaginare donde provenga il mito della vecchietta volante su scopa che porta calze cariche di dolci o carbone celebrata il 6 gennaio. E tali origini non possono che affondare nel XVIII secolo, in quel’Italia centrale bigotta e ignorante che ancora amava bruciare le streghe. Storia e leggenda si incrociano quindi in questa favola in costume, fascinosa di atmosfere magiche ma ruspante di cultura local con tanto di parlata romanesca (anzi, della Tuscia) della nostra eroina, ladra di polli trucida e scaltra: sarà l’incontro con “fata” Dolores (Bellucci) a farle scoprire un’identità nascosta anche a se stessa.
Farcito di trovate comiche anche grazie agli interventi del sempre buffo Herbert Ballerina (l’assistente del perfido Barone De Michelis incarnato da De Luigi), La Befana vien di Notte 2 – Le origini ha il sapore di un gustoso antipasto che – però – non giunge mai alla “sorpresa” del piatto principale. Per carità, la “prigionia” dell’ovvia mutazione della fanciulla underdog in splendida Befana è immutabilmente prescritta, ma mentre nel caso del primo episodio la moderna befana di Paola Cortellesi si avventurava in sentieri narrativi totalmente originali, in queste “origini” sembra pesare il modello drammaturgico a firma Guaglianone, notoriamente amante dei diversamente freaks che uniti combattono contro perfidi e sfigatissimi cattivi promotori di ingiustizie in questo e in quell’altro mondo. Seppur applicato a narrazioni e contesti differenti, il meccanismo appare identico a Lo chiamavano Jeeg Robot e Freaks Out. Ciò detto il plauso resta alla regia di Randi che riesce a “tener dentro” con grazia e ispirazione un delicato universo femminile non facile da restituire al grande pubblico.