di Monica Valendino
Parola d’ordine prima del congedo del Presidente Mattarella è una e perentoria: coesione. Dando atto all’inquilino del Quirinale che questi sette anni sono stati complicati (per non dire davvero sfigati tra terremoti, crolli, politica allegra e, non ultima, la pandemia), cercare di unire con lo scotch un paese da sempre diviso su tutto appare un’operazione apprezzabile ma piuttosto inutile. Almeno per i cittadini, visto che la politica ha trovato nella ritrovata unità un parlamento esautorato, una maggioranza di stampo nordcoreano e soprattutto il modo migliore di spartirsi tutto.
L’ultima legge di bilancio del resto lo dimostra: il Pd di Enrico Letta che ottiene fondi per il biotecnopolo di Siena dove il segretario (ovviamente casualmente) è stato eletto; Movimento 5 Stelle e Lega che si arrogano la vittoria sull’abbattimento dell’Isee per la richiesta dei superbonus edilizi, così anche chi ha già parecchi soldi può ristrutturare la sua villa a spese di tutti, dimenticando che fino ad oggi “grazie” a quel bonus è stato evaso già oltre un miliardo di euro.
Sempre in tema di favori a chi ne aveva meno bisogno, come non ricordare la riforma Irpef? In tema ecologico largo a progetti che con l’ambiente hanno poco a che fare, visto che si prosegue con le contraddizioni con cui il Governo sta affrontando la transizione pattuita a livello internazionale. Per far fronte all’aumento delle bollette sono state riaperte le centrali termoelettriche a carbone di Enel (Genova “Lanterna”, Bastardo in Umbria e Chiasso). Le bollette però non scenderanno e, mentre sono stati elargiti miliardi qua e là, per contrastare il costo vertiginoso che ricadrà su famiglie e aziende non è stato imitato il modello spagnolo, dove si è adottato un taglio di diverse imposte e la redistribuzione degli introiti delle compagnie energetiche che non dipendono dal gas.
Da alcuni mesi stiamo assistendo poi a un dibattito sul nucleare di quarta generazione e sui piccoli reattori modulari (segno distintivo di TerraPower di Bill Gates), che distolgono l’attenzione dalle tecnologie pulite già a disposizione mentre sulla mobilità cittadina si è fermi a un bonus monopattino e poco altro.
Per non parlare della situazione sanitaria, dove oggi ci si rende conto (forse) che chi criticava il green pass e la campagna vaccinale non era tanto da bollare come complottista, terrapiattista o fascista, ma come un dubbioso che oggi sta ricevendo risposte: i vaccini da soli non proteggono quanto dichiarato, il pass ha di fatto creato una falsa sicurezza in chi ce l’ha (che, intanto, ha apostrofato i non vaccinati in molti modi diversi, da disertori a incoscienti), ottenendo così l’aumento esponenziale dei contagi cui stiamo assistendo. Ma mentre in Europa si sta cercando di correre ai ripari (in Germania stadi chiusi, per esempio), qui i “Migliori” hanno il terrore di doversi rimangiare quanto detto.
Per non parlare delle differenze sociali e salariali che stanno creando rabbia e rancore verso la politica (l’astensionismo record alle amministrative potrebbe essere solo l’antipasto) e nonostante il falso ottimismo di taluni (vedi ministro Brunetta), la disoccupazione e l’inflazione sono problemi seri che non sembrano però interessare il Palazzo.
Così è se vi pare, ma non chiamateci coesi: perché mai come in questo momento storico le vecchie ruggini, i problemi e i nodi di una politica atavicamente incapace di guardare ai bisogni dei cittadini si stanno trasformando in un sentimento di ribellione.
E il Presidente Mattarella ci pensi: nonostante alcuni errori che gli si possono imputare (come, secondo me, fare ministro degli interni Matteo Salvini e rifiutare Paolo Savona all’Economia nel governo Conte I, per esempio) è stato un buon inquilino del Colle. Il pensiero che Berlusconi lo sostituisca è da brividi: uno che che ha diviso l’Italia per trent’anni come può unirla oggi?