Un altro morto sul lavoro in pieno centro a Roma. Un operaio di cinquant’anni è deceduto sul colpo precipitando da un’impalcatura in via Merulana, la trafficata strada che collega la basilica di Santa Maria Maggiore con piazza San Giovanni. Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco e gli agenti del commissariato Esquilino: sono in corso i rilievi sul ponteggio per accertare la dinamica dell’accaduto e l’eventuale violazione di norme di sicurezza. L’area attorno al palazzo è stata transennata.
Sul luogo dell’incidente si è presentata anche l’assessora al Lavoro di Roma Capitale, Claudia Pratelli. “Ancora un incidente mortale sul lavoro in un cantiere della nostra città. Un elenco di vittime inaccettabile sul quale non ci possiamo rassegnare. Le indagini diranno con più esattezza cosa è accaduto, ma i numeri degli incidenti sono vertiginosamente in aumento e questo è un dato che collegato alla ripresa del settore edilizio, ci deve chiamare ad azioni concrete e rapide per garantire che le ditte mettano in campo tutte le misure di sicurezza necessarie a tutela dei lavoratori. Dobbiamo fare presto e bene. Alla famiglia dell’operaio coinvolto esprimo il mio più profondo cordoglio e quello di Roma Capitale”, dichiara.
“Il dramma di questo settore è che non viene applicato, nel 99% dei casi, il contratto edile”, dice a LaPresse Agostino Calcagno, segretario Feneal Uil (la federazione dei lavoratori edili) del Lazio. E la mancata applicazione, spiega, fa sì che le ore di formazione sulla sicurezza previste per legge – attualmente 16, ma che a breve saranno aumentate a 32 – non ci siano, così come sono assenti tutte le misure di sicurezza obbligatorie e necessarie. “I controlli spettano all’Asl e all’Ispettorato del lavoro – prosegue – e anche se il governo si è impegnato su questo fronte, i novemila ispettori previsti sono sempre pochi”.
Pochi giorni fa, all’indomani del crollo della gru che a Torino ha ucciso tre operai, il direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro Bruno Giordano aveva diffuso un dato inquietante: dai risultati parziali dell’attività di vigilanza svolta negli ultimi mesi, ha detto al Tg3, risulta che nove imprese edili su dieci non sono in regola. Peraltro, le statistiche – ferme a ottobre – dicono che i morti sul lavoro nel settore dell’edilizia sono un decimo del totale del 2021 (98 su 1017). Poco dietro – tra gli ambiti più rischiosi – ci sono trasporti e logistica.